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I progetti per l’economia circolare del futuro

Fondazione Cariplo prosegue la sua attività di sviluppo e sostegno di progetti legati all’economia circolare, nell’ambito della ricerca scientifica. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato la concessione di 13 contributi, per un totale di 3,7 milioni di euro, ad iniziative che puntano su questo asset fondamentale.

I provvedimenti sono solo l’ultima delle tante tappe di un processo che ha visto la Fondazione impegnata nel tempo e a vari livelli di profondità, realizzati non solo sul fronte dell’attività filantropica, ma anche attraverso il CE Lab, il Centro per l’Economia Circolare, realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Cariplo Factory. Grazie ad un recente accordo il CE Lab amplia la propria offerta su tre aree d’azione: circular innovation, che si traduce in consulenza, accompagnamento e supporto nel passaggio al modello circolare; circular education, con percorsi di formazione dedicati in particolare alle PMI (in partnership con Intesa Formazione); circular connection, attraverso il coinvolgimento di partner nazionali e internazionali per la realizzazione di incontri, tavole rotonde, piattaforme di networking e paper tematici

La crisi generata dalla pandemia da Coronavirus ha imposto con ancora più forza la necessità di uno sviluppo sostenibile nel medio-lungo periodo e il ripensamento di modelli di business e filiere. Un nuovo concetto di produzione, di design, di distribuzione, di cambiamento nei modelli di consumo, per prolungare la vita dei prodotti favorendo il riciclo, riuso e recupero dei materiali e dell’energia.

È questo lo scenario in cui Fondazione Cariplo ha attivato un’azione specifica lanciando nei mesi scorsi la terza edizione del Bando Economia circolare: ricerca per un futuro sostenibile.

Tredici i progetti selezionati quest’anno, ai quali sono stati destinati risorse economiche per 3,7 milioni di euro. Le iniziative hanno l’obiettivo di sviluppare nuovi materiali, sistemi più efficienti di rigenerazione e riutilizzo di beni e valorizzare rifiuti organici e inorganici. Il passaggio, graduale ma essenziale verso un modello di economia circolare è un mutamento fondamentale destinato a segnare una svolta nei sistemi produttivi, nei modelli di business, negli stili di consumo dei cittadini in grado di portare grandi benefici per l’ambiente, per il clima e per la salute umana.

Tra i progetti selezionati c’è quello del Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali: con la crescita della popolazione mondiale e le rapide innovazioni tecnologiche, la domanda di energia ha raggiunto livelli senza precedenti. Attualmente il 90% della quota di mercato del fotovoltaico è basata sulla tecnologia al silicio ma alcuni fattori ostacolano lo sviluppo di tecnologie solari innovative. L’obiettivo del progetto è di affrontare questa sfida e guidare un cambio di paradigma verso soluzioni innovative e sostenibili nel sistema di generazione di energia.

E ancora quello promosso dal Politecnico di Milano: la ricerca si pone il problema di rigenerare gli utensili da taglio in acciaio riducendo il consumo di cobalto e tungsteno e di altri elementi.

Anche l’Università degli Studi di Pavia lavorerà su questo fronte con un progetto che valorizza il siero di latte riducendo l’impatto ambientale e i costi associati al suo smaltimento. I prodotti finali legati ai settori alimentare, cosmetico e farmaceutico, verranno trasformati, riutilizzati e, a fine vita, reimmessi e reintegrati nella biosfera senza danno.

L’Università degli Studi di Milano parte da uno studio recente che ha evidenziato che una percentuale degli sprechi alimentari indifferenziati nel Nord Italia è ancora commestibile. Proprio per questo, maggiori sforzi saranno essenziali per promuovere percorsi sostenibili, non solo verso migliori procedure di gestione dei rifiuti e consapevolezza dello spreco alimentare, ma anche nella direzione del riutilizzo e valorizzazione dei materiali che conservano ancora qualche utilità residua nel sistema di produzione.

Si chiude un anno difficile, nel quale Fondazione Cariplo si è data l’obiettivo di non mancare ai propri impegni. Per il prossimo anno Fondazione Cariplo ha confermato un budget di 140 milioni di euro per le attività filantropiche identificando nove obiettivi chiave che guideranno l’attività della Fondazione, pronta - come già è successo nel 2020 - ad adattarsi alle necessità e al contesto. Tra gli obiettivi il cambiamento climatico, la tutela dell’ambiente e della biodiversità. Nel 2021 alcuni strumenti erogativi affronteranno le sfide ambientali come leva per lo sviluppo sostenibile e la resilienza delle comunità.

Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo: "Identificare priorità condivise e lavorare tutti nella stessa direzione: questo è il metodo per rendere reale e concreta la transizione ad una economia green. Con il Bando “Economia circolare: ricerca per un futuro sostenibile” la Fondazione Cariplo ha voluto tracciare una direzione di lavoro chiara sulla quale ingaggiare il mondo della ricerca scientifica. I 13 progetti selezionati lavoreranno sull’applicazione di modelli di economia circolare in diversi ambiti, collegandosi ad altre iniziative che la Fondazione sta promuovendo da tempo su questo tema, come ad esempio le attività del CE LAB, il Centro per l’Economia Circolare realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Cariplo Factory, e la Food Policy avviata dal Comune di Milano e Fondazione Cariplo per rendere più sostenibile il sistema alimentare della città".

L'impegno di Fondazione Cariplo

L'Economia Circolare è fondata su un nuovo concetto di produzione e di cambiamento nei modelli di consumo che si attua attraverso la riduzione degli sprechi di materiale e di energia utilizzata, la riduzione dell’apporto di materia prima non rinnovabile e la valorizzazione degli “scarti”. È un approccio che riguarda tutte le fasi della filiera: dalla progettazione, ai processi produttivi, alla commercializzazione, all’utilizzo e ai sistemi di riciclo e riutilizzo dei materiali. L’obiettivo è quello di realizzare prodotti e servizi con meno energia e di eliminare o minimizzare alla radice gli impatti negativi sull'ambiente. Ma lo sviluppo dell’Economia Circolare è anche una grande opportunità per ripartire con un'economia radicata nei territori, creando filiere tra loro connesse e rendendo più diffusa l’innovazione. Un'opportunità, dunque, che mette a sistema le competenze scientifiche e tecniche, la chimica, la fisica, le biotecnologie, l'agricoltura e i rifiuti cercando di migliorare la qualità di suoli, dell'aria e dell'acqua incrociando le innovazioni con i grandi problemi ambientali e sociali, trasformandoli in un'opportunità enorme che il Paese non può perdere. L'Italia ha tantissimi esempi positivi di grande livello e dobbiamo fare in modo che diventino sistema e strategia del Paese a vantaggio di un futuro sostenibile.

Dal momento che l’Economia Circolare coniuga, in maniera virtuosa, sviluppo economico, salvaguardia ambientale e promozione di lavoro qualificato (soprattutto di lavoro giovanile), l’Economia Circolare è perfettamente in linea con le linee strategiche della Fondazione, da sempre attenta all’innovazione, alla sostenibilità ambientale e alla formazione del capitale umano.

Fondazione Cariplo ha realizzato alcune attività in tema di Economia circolare:

  1. Attività di sensibilizzazione, comunicazione, definizione e diffusione di buone pratiche
  2. Attività erogativa

Dal 2014 l’Area Ricerca Scientifica ha sostenuto numerosi progetti legati all’economia circolare nei bandi dedicati alla ricerca agroalimentare e alla bioeconomia. Due esempi emblematici: nell’ambito del progetto AGER – promosso da 16 fondazioni di origine bancaria di cui Fondazione Cariplo è capofila – è stato finanziato all’Università di Udine in partnership con L’università di Bologna e Tor Vergata di Roma il progetto “BIOVALE” che sviluppa un innovativo modello di “bioraffineria” per la valorizzazione dei sottoprodotti e dei residui di vinificazione. Attraverso una tecnologia verde, che non prevede l’uso di solventi organici e permette di ottenere estratti di elevata purezza, si otterranno componenti per i settori alimentare, farmaceutico, cosmetico e per produrre bioplastiche e bioenergia. Nel bando Biotecnologie – edizione 2017 insieme a ad Innovhub Stazioni Sperimentali per I’industria è stato finanziato il progetto CIRCO finalizzato alla valorizzazione degli scarti della tostatura del caffè; anche in questo caso, attraverso un innovativo processo di estrazione, sono stati recuperati componenti utili per la produzione di carta e per l’industria cosmetica. La ricerca è promossa dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di scienze e tecnologie molecolari in partnership con l’Università degli Studi di Milano, l’Accademia Europea di Bolzano e le aziende Intercos SpA e FAVINI srl, rispettivamente attive in ambito cosmetico e della produzione della carta.

L’impegno a favore della ricerca sul tema dell’Economia Circolare ha poi subito una svolta decisiva nel 2018 con il lancio del bando “Economia circolare: ricerca per un futuro sostenibile” che sostiene progetti di ricerca espressamente volti a promuovere innovazioni di prodotto e di processo secondo il paradigma dell’economia circolare. Tale linea di finanziamento, che ha una dotazione annua di 3,5 milioni, sarà riproposta anche nel 2019. Dal 2018 infatti il bando dedicato alle biotecnologie è confluito nel bando dedicato all’economia circolare. Nel 2018 sono pervenuti 67 progetti, 60 sono passati alla fase valutazione di merito e 12 sono stati finanziati per un contributo deliberato di € 3.482.176. Nel 2019 sono pervenuti 110 progetti, 105 sono passati alla fase di valutazione di merito e 12 sono stati finanziati per un contributo deliberato di € 3.368.092. Nel 2020 sono pervenuti 126 progetti e passeranno alla fase di valutazione in ottobre. Il budget a disposizione è € 3.600.000.

In area Ambiente è stato realizzato il Bando Plastic challenge. Il bando, alla sua seconda edizione, intende sostenere iniziative finalizzate alla riduzione del consumo di prodotti e imballaggi in plastica monouso e dei rifiuti che ne derivano, andando ad agire sul cambiamento delle modalità di produzione, offerta, uso e consumo di tali prodotti promuovendo alternative sostenibili che rispondano ai criteri di economia circolare attraverso nuovi modelli di progettazione che rendano il riutilizzo, la riparazione e il riciclo possibili, facili e convenienti. Nel 2020 sul bando Plastic challenge sono stati 23 con un contributo medio richiesto di 72.762 euro, il budget disponibile è di 950.000 euro.

QuBì povertà digitale, contrasto della povertà digitale che colpisce in particolar modo i minori in età scolare appartenenti a famiglie in situazioni di povertà. Obiettivo dell’intervento è contrastare il divario digitale dei minori delle famiglie più svantaggiate per favorire il percorso di apprendimento in una didattica in trasformazione, attraverso la distribuzione di dispositivi informatici, l’accesso alla rete internet e l’accompagnamento allo sviluppo delle competenze digitali necessarie. Con la chiusura delle scuole come misure di contenimento del contagio e conseguente passaggio alla didattica a distanza, molti dei minori appartenenti a famiglie a basso reddito si sono trovati fondamentalmente esclusi dalla didattica tout court, a partire dal marzo 2020. Una delle sfide più impegnative per perseguire l’obiettivo di contrasto del divario digitale è reperire la strumentazione hardware adeguata ad attuare il processo: si tratta di un aspetto particolarmente critico se si considera l’attuale momento storico dato che, a causa dell’implementazione di massa del lavoro da casa, il mercato degli hardware informatici ha subito una forte pressione riducendo la possibilità di acquistare a prezzi calmierati o ottenere donazioni in-kind. Tuttavia, ispirandosi ai principi di circolarità e riuso dei beni che da anni contraddistinguono la strategia della Fondazione, queste difficoltà di reperimento possono essere viste come un ulteriore stimolo a sfruttare le opportunità del mercato dei ricondizionati. Si è quindi scelto di creare una filiera di recupero device e ricondizionamento degli stessi che sta portando sui territori milanesi – a partire da alcuni quartieri dove è attiva la rete QuBì – la consegna di 500 device provenienti da più donatori a cui è stata affiancata la possibilità di richiedere una connessione gratuita per due mesi.

La Food Policy cittadina in collaborazione con QuBì, la ricetta contro la povertà infantile e altri partner che lavorano sul tema del recupero e della redistribuzione del cibo in città, hanno proposto un modello di lavoro che sta permettendo alla città di Milano di avere, grazie all’impegno del Banco Alimentare della Lombardia, un recupero di derrate alimentari ancora edibili che – tramite donazioni della Grande Distribuzione Organizzata – vengono raccolte, controllate e quindi redistribuite al circuito di realtà convenzionate con il Banco Alimentare: non solo quindi recupero di cibo, ma possibilità di arricchire con il fresco (frutta e verdura) i pacchi viveri distribuiti dalle parrocchie alle famiglie che sono in una condizione di povertà.

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