PERIFERIE, CULTURA E INCLUSIONE SOCIALE - QUADERNO N.1
E’ opinione comune che il tessuto sociale si stia sfilacciando. I rapporti tra le persone sono sempre più basati su relazioni asettiche, legami a termine, a volte utilitaristici. Occorre trovare un nuovo filo conduttore che riavvicini, unisca e fornisca occasioni di dialogo, per stare insieme, tornare a parlarsi, a conoscersi. Questo anello, capace di tenere insieme uomini, donne, bambini, anziani, italiani, stranieri è la cultura. Concetto che spesso viene inteso come un’attività d’elite e che invece oggi si riscopre nella sua più alta accezione popolare. Ecco allora che i luoghi (oggi sempre più frequentemente si parla, non a caso, di non luoghi) possono tornare a essere riempiti di persone che condividono momenti culturali, nelle più svariate forme, divenendo così fattore chiave di inclusione e coesione sociale, giocando un ruolo attivo nella lotta ai fenomeni di marginalità e disagio.
Il quaderno “Periferie, culture e inclusione sociale” (a cura di Simona Bodo, Cristina Da Milano e Silvia Mascheroni) realizzato dall’Osservatorio di Fondazione Cariplo traccia un quadro teorico articolato, propone una lunga disamina sui concetti di “esclusione” e “inclusione” sociale, un’analisi delle barriere all’accesso, alla partecipazione e alla rappresentazione in ambito culturale; una panoramica sui modelli di policy emersi negli ultimi decenni in risposta alle problematiche di esclusione sociale e culturale (sviluppo dell’accesso, sviluppo socio-economico, inclusione culturale).
E quali possono essere i luoghi cardine di questo passaggio? Le biblioteche, perché no? Riappropriarsi di spazi che sono stati luogo di incontro per piccoli e grandi. Ma anche teatri, musei…
Il rapporto di ricerca si conclude con una serie di indicazioni per la costruzione di una linea originale di intervento della Fondazione Cariplo. L’obiettivo di fondo di queste Raccomandazioni è di sollecitare le istituzioni culturali del territorio a intraprendere azioni proficue per l’inclusione sociale in un’ottica non solo di “sviluppo dell’accesso”, ma anche di promozione di forme innovative di partecipazione, produzione ed espressione culturale.