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Mille voci per comprendere: per sviluppare insieme conoscenza e condividerla

La conoscenza è un bene prezioso. Quella che riguarda il Terzo Settore è strategica, perché conoscere lo stato dell’arte in questo ambito è importante: significa comprendere lo stato di salute di chi opera nelle comunità, chi sostiene famiglie e persone nei loro bisogni.

Mille voci per comprendere è la nuova iniziativa lanciata da Fondazione Cariplo. È stata presentata in occasione di una conferenza, durante la quale, oltre a presentare gli obiettivi e l’operatività del progetto che si rivolge agli enti non profit di Lombardia e province di Novara e Verbano Cusio Ossola, è stata aperta la fase per le candidature: gli enti del Terzo Settore avranno tempo fino al 17 settembre (prorogata) per comunicare la loro disponibilità a far parte del campione.

VAI AL LINK PER PARTECIPARE: it.surveymonkey.com/r/1000voci

Proseguendo la preziosa collaborazione tra Fondazione Cariplo e ISTAT, l’iniziativa si propone di raccogliere opinioni, giudizi e previsioni degli Enti di Terzo Settore, sia su questioni di rilevanza generale, sia su temi specifici di volta in volta selezionati; mettere a disposizione degli operatori, dei policy maker e della comunità scientifica un quadro conoscitivo completo, aggiornato e sistematico dello stato del settore non profit e delle principali tendenze in atto all’interno del territorio di riferimento della Fondazione.

Nel concreto, l’iniziativa mira a creare un gruppo stabile di organizzazioni (il panel) che verrà periodicamente interpellato con l’obiettivo di sviluppare una conoscenza condivisa sullo stato di salute delle organizzazioni e renderla disponibile a istituzioni e policy maker, oltre che alle stesse organizzazioni.

Nel 2020 le organizzazioni di Terzo Settore hanno sofferto in modo pesante le conseguenze della pandemia: in occasione del Bando LETS GO!, l’eccezionale misura da 16 milioni di euro a sostegno degli enti non profit, Fondazione Cariplo ha realizzato uno studio congiunto con ISTAT per la stima dell’impatto della crisi legata al COVID-19 sugli Enti del Terzo Settore lombardi.

Lo studio ha messo in luce il valore che queste organizzazioni, capillarmente diffuse sul territorio, hanno sia a livello occupazionale ed economico, e soprattutto il ruolo cruciale che giocano nella tenuta delle comunità. Le organizzazioni sostenute sono infatti, per oltre il 60%, attive nel settore dei servizi alla persona, in primis servizi per l’infanzia e legati alla gestione delle strutture comunitarie e residenziali per persone anziane o con disabilità;  il 30% afferisce al settore culturale e  in particolare svolge attività formative ed educative, di produzione di spettacoli artistici, gestione di spazi culturali polivalenti per lo più collocati in aree decentrate e periferiche; infine, il 20% opera delle organizzazioni opera nell’ambito ambientale e nel sostentamento di attività formative ed educative rivolte ai ragazzi e alla cittadinanza, come pure di iniziative di cura e di sensibilizzazione per proteggere gli habitat a rischio.

Conoscere meglio il Terzo Settore è fondamentale per sostenerlo con interventi e politiche adeguate, così da renderlo sempre più capace di promuovere il benessere delle nostre comunità.

Il presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti: “Sin dallo scoppio della pandemia è emersa la grande difficoltà degli enti di terzo settore nel fronteggiare la crisi: da subito la Fondazione Cariplo ha deciso di sostenerli per evitare che il prezioso patrimonio di competenze, relazioni e servizi che queste organizzazioni offrono alle comunità andasse perso. Da questa intuizione nel 2020 è nato il Bando LETS GO, una misura straordinaria da 15 milioni di euro che a breve vedrà una seconda edizione il 2021, ed è nata una collaborazione con Istat per conoscere più da vicino lo stato di salute degli enti non profit, che prosegue oggi con il progetto “Mille voci per comprendere”. Conoscere gli enti del Terzo Settore è fondamentale per sostenerli con interventi e strategie adeguate che consentano di arrivare vicino alle persone, vedere i bisogni e promuovere le comunità. Per generare questa conoscenza abbiamo bisogno della collaborazione di chi vive da vicino il territorio.”