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Coronavirus: Storie da Fondazione di Comunità Bresciana

La fondazione della Comunità Bresciana ha attivato il fondo AiutiamoBrescia. È stato avviato con una dotazione iniziale di 50mila euro da parte di Fondazione Cariplo e 100mila euro da parte della fondazione locale. Il fondo è destinato al sostegno degli ospedali per l’emergenza sanitaria e in pochi giorni ha raccolto più di 11 milioni di euro con una gara di solidarietà che prosegue senza sosta. Per la raccolta è stata utilizzata la piattaforma Forfunding di Intesa Sanpaolo, oltre ad un IBAN dedicato.

Lo sport si ferma, ma il cuore degli sportivi batte più veloce

foto challenge

La #calcettoacasachallenge

Orazio Franco è un impiegato, ma è anche l’anima del gruppo Calcetto e Birra, ventisei amici tra i 22 e i 30 anni che si ritrovano a turno per giocare anche 4 volte alla settimana: «quando ho capito che non avremmo potuto giocare per almeno un mese ho pensato che dovevo fare qualcosa per tenere vivo il nostro legame e l’amore per il calcio. Che dovevamo essere bravi a stare a casa ma non a stare fermi! Quindi ho lanciato la #calcettoacasachallenge: ho invitato tutti i membri del gruppo, che a loro volta dovevano nominare altri amici, a inviare un video con il loro gesto calcicistico. Ho ricevuto palleggi con la carta igienica, giocate sotto la doccia, rovesciate rocambolesche, insomma ci siamo scatenati con la fantasia. Nel video di lancio e in tutti i video che poi sono stati pubblicati e che continuiamo a ricevere e pubblicare sul nostro profilo Instagram (@Ag_calcetto_eb) abbiamo inserito una grafica con tutte le informazioni e le modalità per poter donare alla Fondazione di Comunità Bresciana, a cui abbiamo subito devoluto anche la nostra quota di cassa destinata agli acquisti del gruppo. La challenge sta avendo un successo incredibile, hanno partecipato anche alcuni giocatori del Venezia e del FeralpiSalò e noi andiamo avanti. È una raccolta fondi un po’ originale ma funziona!».

Il premio di Lorenzo Zanetti, pilota Ducati

A 33 anni, ha già alle spalle una carriera di 17 anni. Lorenzo è un motociclista professionista, pilota la Ducati e gareggia da quando ha 16 anni. «Ho girato il mondo, ma la mia base è sempre stata Lumezzana. Qui c’è la mia compagna, qui c’è il mio cuore. Quando è stato emesso il primo decreto per l’emergenza ero in Malesia per le competizioni. Ho deciso che volevo rientrare anche se sapevo che tornando non avrei potuto gareggiare per un bel po’, ma ho un bimbo piccolo e uno in arrivo, non potevo rischiare di non tornare dalla mia famiglia. Le gare in Malesia erano andate bene e avevo già ottenuto dei premi: non ci ho pensato un momento a devolverli per l’emergenza. Io nella mia carriera di ospedali ne ho visti tanti, in questo sport gli infortuni sono frequenti, ho tanti amici dottori, so quello che stanno vivendo e mi sembra doveroso aiutarli. Purtroppo non tutti si rendono conto di quello che succede, non li biasimo ma gli ospedali sono allo stremo. In questa circostanza ho assistito anche tantissima solidarietà all’interno della comunità, nelle aziende del territorio, delle singole persone. Ho visto che la Fondazione di Brescia era molto attiva e ho deciso che aveva senso mettere in comune gli sforzi. In particolare, penso che noi sportivi siamo molto fortunati perché siamo sostenuti dalla gente, dal loro affetto. E adesso è il momento di ricambiare e sostenerla a nostra volta»

La raccolta fondi degli Irriducibili Leonessa 

Paolo Gualdi è uno dei responsabili degli Irriducibili Leonessa, (tifoseria organizzata bresciana della squadra di basket Germani) che raccoglie 300 membri tesserati. Di solito i fondi che derivano dai tesseramenti sono destinati a gadget e magliette ma, di fronte all’emergenza, il gruppo non ha esitato: «una tifoseria organizzata ha la possibilità di raccogliere fondi e non potevamo non sfruttare questa opportunità.

Non è la prima volta che decidiamo di donare una parte del ricavato che otteniamo grazie ai tesseramenti, è già capitato in passato, per esempio con il reparto pediatrico oncologico degli Spedali Civili di Brescia. Poiché ci mettiamo la faccia, vogliamo essere sicuri che i fondi raccolti siano utilizzati nel migliore dei modi. Per questo abbiamo scelto la fondazione di comunità bresciana che aveva già avviato la campagna. E poi cerchiamo sempre di rimanere legati al nostro territorio e mai come in questo caso è stato importante. Perché l’emergenza è qui, nella nostra casa, e ognuno deve fare la sua parte. I 2000 euro raccolti magari non sono molti, però se tutti contribuiamo le piccole donazioni possono davvero cambiare le cose».

Il montepremi del Gruppo del Fantacalcio

Pierpaolo Maltempi, ferroviere, come tanti italiani da anni condivide con un gruppo di amici la passione per il Fantacalcio. La loro chat di Whatsapp di solito ospita scherzi e battute, ma questa volta non è stato così: «in chat ci scambiamo meme, foto stupide, e naturalmente parliamo di fantacalcio. Ma qualcuno di noi, pochi giorni fa, fa ha lanciato l’idea di devolvere il nostro montepremio. Normalmente, quando si tratta di mettersi d’accordo per qualcosa, un appuntamento, una nuova decisione regolamentare che vogliamo darci, ci vuole sempre un sacco di tempo. È normale, siamo in 19 e ognuno di noi ragiona con la sua testa. Ma questa volta nel giro di 2 minuti di orologio tutti avevano aderito alla proposta. Poi abbiamo pensato che potevamo coinvolgere anche altre persone e unire le forze e, tramite amici, i social, insomma tutti i canali, abbiamo contattato altre persone e altri gruppi di fantacalcio e da 19 siamo diventati 30.

Tra il nostro montepremi e quello degli altri siamo arrivati a 2000 euro. Non è un miliardo ma in questo momento tutto è importante. Siamo stati subito d’accordo sull’idea di aderire alla campagna della Fondazione di comunità bresciana perché tutti noi abbiamo mogli, mariti, amici, parenti che stanno lavorando in prima linea sul campo per aiutare le persone che soffrono. Il nostro territorio è stato colpito duramente. Adesso stiamo cercando di diffondere la nostra iniziativa sui nostri canali social, vorremmo dare a tutti un po’ speranza ed essere uno stimolo per gli altri. In questo momento quello che deve reggere davvero è il senso di responsabilità, perché ognuno di noi è responsabile per sé ma anche per gli altri, e la solidarietà perché tutti dovremmo provare a dare un po’ di quello che abbiamo».