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L’autonomia abitativa: la storia di Stefano

L-inc è,uno dei progetti della terza edizione del bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo (che in quattro anni ha sostenuto 37 progetti per 36,5 milioni di euro di contributi deliberati) attivo nel territorio di Cinisello Balsamo e capitanato da Anffass Lombardia. Nasce con l’obiettivo di trasformare i servizi rivolti alla disabilità (intellettuale e fisica), rimettendo al centro la persona, con i suoi bisogni e le sue ambizioni a partire dall’integrazione e dall’ottimizzazione delle risorse già presenti sul territorio. Per ognuna delle 60 persone che sono state prese in carico è stato sviluppato un progetto per rispondere ai suoi bisogni specifici, coinvolgendola nell’ideazione del suo percorso individuale, con lo scopo di offrire gli strumenti per raggiungere il maggior grado di autonomia possibile e attivando allo stesso tempo la comunità locale, per promuovere una società più sensibile ai temi della disabilità e più inclusiva. 

Monica Pozzi è la referente territoriale del progetto: «nel trattare con la disabilità si è spesso partiti dall’emergenza o dall’ascolto dei problemi delle famiglie, un percorso che però trascurava la persona con disabilità.  Attraverso L-inc siamo partiti dai desideri e dai bisogni della persona e abbiamo costruito insieme a loro dei percorsi individuali: qualcuno in particolare desiderava l’autonomia abitativa, altri progetti di formazione, qualcuno voleva partecipare a corsi di sport o teatro aperti a tutti, insieme a persone senza disabilità per essere inserito in contesti più sociali. Coinvolgendo il territorio, abbiamo avviato corsi di autodifesa, tirocini in negozio, volontariato, adesso stiamo realizzando una collaborazione con le farmacie comunali di Cinisello sia per l’offerta di tirocinii che per altri progetti, come il miglioramento dello spazio in farmacia per renderlo più fruibile alle persone con disabilità».

Tra chi desiderava in particolare l’autonomia abitativa c’è Stefano Morano, 37 anni, affetto da tetraparesi spastica. Stefano è riuscito a realizzare il suo progetto e, dopo quasi 20 anni in una comunità, ora vive in un appartamento della Casa Arcipelago di Cinisello, un progetto finanziato da Fondazione Cariplo: «Quando mia nonna, con cui ho sempre vissuto, è mancata mi sono ritrovato da un giorno all’altro in comunità. Non avevo nemmeno 18 anni e fino a quel momento, avevo sempre frequentato scuole pubbliche, quindi avevo a che fare solo marginalmente con il mondo della disabilità. Improvvisamente mi sono ritrovato proiettato in un luogo abitato solo da disabili fisici, come me, o intellettivi, la disabilità è diventata una grande fetta della mia giornata. Ho sentito da subito fortissimo il desiderio di autonomia, di una soluzione diversa, ma mi dicevo: se non riesci nemmeno ad andare in bagno da solo dove vuoi andare? Come puoi pensare di abitare in una casa normale? Era frustrante e doloroso. Nel 2013 ho iniziato un percorso di fede che mi ha aiutato, ho iniziato a fare tantissima fisioterapia e le mie capacità motorie sono migliorate moltissimo. Anche se non potevo camminare, riuscivo a far la doccia e andare in bagno da solo. Ho capito che forse il mio desiderio non era così assurdo, ma aveva delle radici di concretezza. L’assistente sociale però non mi capiva, si basava molto sulle carte, non viveva la mia quotidianità e i miei miglioramenti, ho fatto fatica anche a convincere alcuni operatori della mia comunità, alcuni mi dicevano: “non ce la farai mai”, ma io invece volevo farcela. Poi ho incontrato Monica che mi ha ascoltato, sono stato inserito in L-inc. Non è stato facile, ci sono voluti anni, ma adesso sono qui, nel mio bilocale. Insieme a me abita Marco, il mio assistente. Ricevere le chiavi di casa è stata una sensazione davvero emozionante: adoro cucinare, fare la spesa scegliendo io che cosa desidero comprare, fare la lavatrice e soprattutto decidere come passare la giornata, i miei orari, andare a letto quando voglio, invitare chi desidero. In comunità dovevo andare a dormire alle 23 e, se uscivo, ero obbligato a rientrare a mezzanotte. Ero insieme agli amici e continuavo a controllare l’orologio, come un adolescente con l’orario di rientro. Ringrazio ovviamente tutte le persone che mi hanno aiutato ma anche la mia determinazione. Posso ancora migliorare: stiamo costruendo un vassoio che mi dà la possibilità di apparecchiare e sparecchiare da solo, sto valutando di motorizzare la carrozzella per essere più indipendente anche nell’ambiente esterno, voglio diventare sempre più autonomo, anche perché sto iniziando un percorso di inserimento lavorativo».