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Ritratto di donna: 4 protagoniste dai progetti Cariplo

Fondazione Cariplo vuole valorizzare donne protagoniste di alcuni progetti sostenuti dalla Fondazione. Un riconoscimento al loro grande impegno, alla capacità di innovazione, alle idee in campo ambientale, culturale, sociale e di ricerca volti al benessere delle comunità.

Maria Chiara Pastore – Promotrice e Direttore Scientifico di ForestaMI

Architetto e docente del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico, Maria Chiara Pastore è promotrice e Direttore Scientifico di ForestaMI, un progetto di comunità, con il coinvolgimento di Fondazione Cariplo e Fondazione di Comunità di Milano.

Maria Chiara Pastore2

L'iniziativa si pone l’obiettivo di implementare le aree verdi piantando 3 milioni di alberi e arbusti nella Città Metropolitana di Milano entro il 2030 e che nasce dall’emergenza ambientale della Pianura Padana legata alla qualità dell’aria. 

Il progetto ha una visione strategica: mettere a fattor comune tutti i benefici ambientali, sociali, economici derivanti dalla piantagione di alberi per trasformare la Città metropolitana di Milano in “Capitale verde d’Italia” e un obiettivo ambizioso, cioè quello di coinvolgere persone fisiche, enti pubblici, associazioni e aziende private che vivono la Città per mitigare gli effetti del cambiamento climatico con azioni che abbiano impatto positivo sul proprio futuro e su quello delle generazioni a venire.

Moltiplicare il numero delle piante lungo strade, piazze e cortili, sui tetti e sulle facciate delle case è il modo più efficace, economico e coinvolgente per rallentare il riscaldamento globale, ridurre l’inquinamento e i consumi energetici, riqualificare i quartieri e incentivare il dialogo tra pubblico e privato.

 

Daniela Bruno - Vice Direttrice Generale per gli affari culturali FAI-Fondo per l'Ambiente Italiano

“Era marzo 2020. I 68 beni del FAI, in tutta Italia, come tutti i musei, sono stati chiusi e anche noi siamo rimasti a casa. L’Italia ha cominciato a mancarci, perché era l’oggetto del nostro lavoro e non ce la facevamo a stare a casa senza occuparci dell’Italia. Abbiamo lanciato, quindi, grazie a Fondazione Cariplo, una campagna di comunicazione chiamata #ItaliaMiManchi decidendo di raccontare l’Italia su tutti i nostri canali web, realizzando brevi videopillole ma molto approfondite che raccontassero cose inedite, curiosità. Abbiamo approfondito storie e le abbiamo raccontate, fidelizzando il nostro pubblico a cui mancava, come a noi, l’Italia. Ci siamo resi conto che le cose importanti cominci a sentirle come tali quando cominciano a mancarti”.

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È così che nasce la rubrica “Visita guidata di un bene FAI in cinque minuti” a testimonianza del fatto che è possibile godere delle bellezze italiane anche virtualmente passeggiando per ville e giardini e venendo a conoscenza di storie inedite di oggetti di grande valore storico e artistico, nell’attesa di ritornare alla vera fruizione di ciò che ci circonda. Un esempio per il quale da una crisi può nascere un’opportunità. 

Altro progetto che, grazie a Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, ha reso la missione del FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano ancora più sociale è la riqualificazione di Casa Macchi a Morazzone, nel Varesotto. Una tipica dimora borghese di provincia caratterizzata dall’autenticità di un’atmosfera, che si è conservata intatta per centocinquanta anni, quasi sospesa nel tempo, e che l’unica e ultima erede del palazzo di famiglia ha lasciato per testamento con una generosa dote necessaria ai restauri e alla gestione, perché divenisse «un museo vivo che dia lustro a Morazzone». Le volontà della donatrice, infatti, hanno ispirato un progetto che è andato oltre il restauro della casa, con un forte impatto sociale e di rilancio del piccolo paese. Casa Macchi, infatti, possiede una «bottega» su Piazza Sant’Ambrogio fin dall’Ottocento. Da allora si sono susseguite in questo locale diverse attività commerciali e artigianali che hanno animato il borgo di Morazzone ma che, purtroppo, oggi non esistono più. Per reagire allo spopolamento, alla perdita di servizi e di punti di socialità del paese, il FAI ha riconvertito la vecchia bottega in un emporio ecosostenibile di vari generi a servizio della comunità: una proposta concreta e attuale di un modello attivo e partecipato di economia circolare che possa lasciare un’eredità per il futuro, promuovendo buone pratiche, comportamenti e stili di vita sostenibili.
Ieri, una casa con bottega; oggi, un piccolo negozio di paese; domani, un modello di sostenibilità.

 

Alba L’Astorina - Responsabile Teorie e pratiche transdisciplinari di produzione e condivisione della conoscenza CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche)

Lavora presso l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano, dove si occupa di modelli teorici e pratiche di comunicazione pubblica della scienza. Dopo aver svolto per anni attività di comunicazione istituzionale al CNR, ha approfondito il ruolo che la comunità scientifica svolge e può svolgere nella ridefinizione del rapporto scienza-società attraverso le sue pratiche, le sue narrazioni e le tante forme di collaborazione in cui è sempre più coinvolta, dalla Citizen Science alla Ricerca e Innovazione Responsabili (RRI) fino all’approccio della scienza post-normale.

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È coordinatrice del progetto di ricerca sociale, sostenuto da Fondazione Cariplo, “BRIDGES Building Reflexivity and response-ability Involving Different narratives of knowledGE and Science” che impiega metodi di ricerca transdisciplinare e partecipata per comprendere e rafforzare la relazione tra scienza, società e sistemi ecologici nel contesto italiano. Per farlo utilizza come caso di studio, la fertilità del suolo, un tema di interesse locale e globale, dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come una delle tre emergenze del pianeta, insieme al cambiamento climatico e alla perdita della biodiversità. Il progetto prevede una parte di indagine sociale sul rapporto scienza e società nel contesto italiano ed una serie di incontri e seminari, in ambiente urbano e rurale, dove giovani ricercatori e cittadini sperimenteranno un tipo di ricerca partecipato e ibrido, insieme a educatori, artisti, specialisti di microbiologia del suolo, agricoltori e stakeholder, per produrre indicatori di fertilità del suolo costruiti collettivamente. L’obiettivo è sviluppare attitudine riflessiva nei ricercatori, rendendoli consapevoli che sono una risorsa fertile per l’Italia e che la collaborazione con artisti, cittadini ed altri attori locali è l’unico modo per essere respons-abili (cioè essere in grado di rispondere) in situazioni di incertezza e complessità.
Il titolo racchiude nella parola BRIDGES l’idea di quello che si intende realizzare: creare connessioni tra le varie narrazioni, saperi, discipline, generazioni verso una nuova consapevolezza ecologica partendo da un caso concreto di ricerca collaborativa. Il gruppo di ricerca è testimone di questa diversità di approcci: il principale ente di ricerca multidisciplinare italiano, il CNR, che ha expertise nei più svariati ambiti di ricerca ed è molto attivo a Milano; l’Associazione Culturale Pianpicollo, un originale network di ricercatrici e ricercatori, in ambito artistico e scientifico, impegnati in un progetto di agro-ecologia e il Centro per l’Eccellenza e gli Studi Transdisciplinari (CEST), un’associazione di giovani studenti e ricercatori sensibili al tema della comunicazione, del dialogo e della transdisciplinarità, interessati a costruire nuove pratiche di ricerca.

 

Margò Volo – attrice e ESP (Esperti in Supporto tra Pari) di aMIcittà

Il tema del disagio psicologico è argomento essenziale per Fondazione Cariplo che è fortemente impegnata nella promozione della salute mentale attraverso il sostegno di due progetti che favoriscono percorsi di inserimento lavorativo, supporto abitativo e inclusione sociale.
A Mantova e Brescia sostiene Recovery.Net, un progetto pensato per persone con disturbi mentali gravi, mentre a Milano è attivo aMIcittà (che riunisce Cooperativa sociale lotta contro l’Emarginazione, ASST Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, Cooperativa Sociale Diapason, Cooperativa Sociale Aromi a Tutto Campo, Associazione Contatto, Comune di Milano) che opera sull’integrazione tra sistema di cura sanitario e sistema di cura sociale, sulle risorse dei beneficiari e delle comunità in cui vivono. Tra le varie azioni c’è quella portata avanti dagli ESP, Esperti in Supporto tra Pari, ossia persone che hanno elaborato un proprio vissuto di difficoltà psicologiche personali come utente psichiatrico e che mettono a disposizione le proprie esperienze di vita con l’intento di essere d’aiuto all’interno di una relazione paritaria.

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La storia di Margò Volo si intreccia con quella di aMIcittà.
Recita sul palcoscenico da quando ha 18 anni. Durante gli anni di studio alla Civica Scuola d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano, dove ha conseguito il diploma, ha perso un fratello. Ha cercato di andare avanti senza alcun aiuto.
Entra a far parte di un gruppo di teatro importante, ma con l’esaurirsi dei fondi non ha potuto proseguire la sua esperienza. È qui che Margò ha il suo primo crollo: si rivolge ad uno specialista, ma abbandona il percorso, speranzosa di potercela fare da sola.
La vita non è stata semplice per Margò: un figlio con musicista, da cui si separa, e le cure per 10 lunghi anni alla madre affetta da Alzheimer. Soffriva di continui sbalzi di umore e le persone accanto non capivano cosa stesse succedendo. Nell’arte si sa: ciò che sembra folle poi si trasforma in qualcosa di concreto e fantastico.
Nel 2015 il disagio si è trasformato in una vera e propria depressione tanto che arriva a perdere il lavoro e la casa. Arriva lo sfratto: non avere un posto proprio è un’esperienza devastante e cade in uno stato di grave malessere. Alzarsi dal letto era diventato impossibile e i tremori erano sempre più presenti. 

L’incontro fortunato con un professore di filosofia le apre la strada verso la consapevolezza della malattia e della richiesta di supporto al CPS di Via Cherasco.
Due sono le frasi chiave che hanno attivato la sua “rinascita”: dalla dirigente del CPS «Margò, non si preoccupi, le capacità non si perdono, lei tornerà sul palcoscenico» e dal suo psicoterapeuta «prima di guarire, bisogna imparare a starci dentro. Oltre alla nostra malattia, siamo apertura a tutto ciò che arriva».
La vita lavorativa di Margò riprende a poco a poco. Alla partenza di aMIcittà, il progetto finanziato da Fondazione Cariplo all’interno della quarta edizione del bando Welfare di Comunità, la psichiatria da cui era in cura la propone come ESP (utente esperta). “Mi serve tantissimo essere una ESP perché secondo me la vera guarigione nel disagio mentale avviene quando tu inizi ad aiutare gli altri, il cuore si apre, la vita ti apre, ti sedimenti e ti rinforzi per aiutare gli altri. Nel salto da utenti di psichiatria a utenti esperti è come si fissasse la vera guarigione. 
L’ESP è una figura fondamentale perché i beneficiari spesso si confidano con noi in un modo in cui non riescono a fare con lo psichiatra perché sentono di poter parlare di tutto, non siamo figure istituzionali.
Un giorno è venuto da me un beneficiario e mi ha detto: io ho un senso di morte. Gli ho risposto che capivo benissimo quello che provava, non è che solo lo capivo, io lo sentivo. Noi ESP li sosteniamo senza grandi discorsi, sospendiamo il giudizio: come sei vai bene, se hai una scarpa e una ciabatta, se sei pettinato o no, noi accogliamo.

Nel 2017 torna in scena con “Mamme adottive disperate” ed insegna e recita tutt’oggi a Borgo Teatrale.