#arteecultura

L’incanto svelato. L’arte della meraviglia da Tiepolo a Manzù

Fino al 24 febbraio 2019 il cinquecentesco Palazzo Polli Stoppani apre, per la prima volta, le sue porte per svelare un itinerario di oltre settanta opere, impreziosito dalla eccezionale presenza di uno dei dieci capolavori del “Tesoro di San Gennaro di Napoli”.

La rassegna promossa dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Comunità Bergamasca, con il patrocinio e collaborazione della Regione Lombardia, della Provincia di Bergamo, del Comune di Bergamo e dell’Ufficio Scolastico Regionale, è la settimana tappa del tour Open che sta portando il patrimonio artistico della Fondazione Cariplo in tutta la Lombardia, nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola.

La mostra è stata inserita nelle iniziative dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. L’esposizione è la viva testimonianza di un impegno collettivo a favore della cultura e della più ampia valorizzazione del comune patrimonio di competenze, eccellenze e tradizioni. L’esposizione, curata da Elena Lissoni, storica dell’arte, è allestita nelle sale del cinquecentesco Palazzo Polli Stoppani, sede dell’omonima Fondazione.

Una rassegna di circa 70 opere che svela la varietà, la ricchezza e la qualità delle raccolte d’arte della Fondazione Cariplo, delle istituzioni museali bergamasche – Accademia Carrara, Accademia Tadini (Lovere), Fondazione Polli Stoppani, Gruppo Banco BPM, Liceo Classico Statale “Paolo Sarpi”, Seminario Vescovile Giovanni XXIII - e di prestigiose collezioni private. Un percorso reso straordinario dalla presenza di una delle dieci meraviglie del Museo del Tesoro di San Gennaro di Napoli: una grande croce d’argento e coralli che incanta con la sua preziosità.

La mostra a Bergamo 

Il filo conduttore della mostra è quello della meravigliacome scoperta del mondo nella sua dimensione sorprendente e immaginosa: dalla conoscenza scientifica - raccontata attraverso l’allegoria, il ritratto e la Wunderkammer - , alla pittura di paesaggio tra Settecento e Ottocento - intesa quale finestra sul mondo da offrire allo sguardo incantato del visitatore.

All’idea di meraviglia che, almeno fino alla metà del Settecento, sta all’origine della ricerca scientifica è dedicata la prima sezione della mostra, che affronta il tema attraverso il mito, il ritratto e la natura morta suggerendoci molteplici punti di vista e spunti inediti.

Lo sguardo che l’uomo rivolge al cielo genera dapprima leggende e miti, come nella straordinaria  e unica - finora rintracciata - testimonianza della produzione profana di Enea Salmeggia (Collezione Banco BPM), che racconta il momento in cui Diana scopre la gravidanza - e con essa il tradimento - dell’amata ninfa Callisto, la quale infine sarà trasformata dal suo seduttore Giove nella stella polare, destinandola così a non tramontare mai.

Nel mutevole confine tra ragione, metodo e bellezza si colloca un capolavoro dell’abate e geniale scienziato Giovanni Albrici, che verso il 1781 riproduce il sistema solare e la volta celeste nella sua macchina planetaria dove le costellazioni sono punteggiate da luminosi cristalli e stelle dorate (Gabinetto di Fisica del Liceo Classico Statale “Paolo Sarpi”). Il fascino degli antichi strumenti scientifici - simboli di appartenenza sociale e culturale - ritorna anche nel Ritratto d'uomo” (Collezione Fondazione Cariplo), nel quale facilmente si riconosce un astronomo -, qui accostato al “Ritratto di Isaac Newton” (Lovere, Galleria dell’Accademia Tadini). Mentre un vero e proprio palcoscenico barocco è la natura morta del maestro bergamasco Bartolomeo Bettera, dove - tra fogli e strumenti musicali - spiccano la sfera armillare e il volume “Dello specchio di scientia universale” dell’eccentrico scienziato e intellettuale Leonardo Fioravanti (collezione privata).

Se le conquiste scientifiche sono destinate ad affermarsi pienamente nella loro autonomia e originalità in epoca moderna, spingendosi fino a conferirci l’illusione del dominio dell’uomo sulla natura, il senso di precarietà della condizione umana e i limiti della conoscenza continuano a essere registrate dall’arte, in opere come la “Vanitas”, tela inedita di un pittore vicino a Guercino (Lovere, Galleria dell’Accademia Tadini), il “Vecchio con bottiglia da pellegrino e globo” di Pietro Bellotti e bottega (Collezione Banco BPM) o, infine, la “Civetta” per la Porta della Morte in San Pietro in Vaticano di Giacomo Manzù (collezione privata).

La scienza è anche uno dei temi chiave delle Wunderkammern (camere delle meraviglie) collezioni di tesori dei principi, ma anche di eruditi e scienziati, diffuse a partire dal tardo rinascimento in area tedesca e italiana. Antesignane del museo moderno, queste stanze segrete raccoglievano naturalia e artificialia, oggetti rari e preziosi tratti dal mondo naturale o creati dall’uomo, infine smantellate con l’affermazione degli ideali razionali e scientifici dell’Illuminismo e la conseguente nascita dei musei moderni. Senza nessun intento di ricostruzione filologica, la mostra ospita una piccola selezione di manufatti e reperti che riconducono a quel gusto (collezione privata), accostati a straordinari esempi di arte africana - con un richiamo agli exotica che fin dal Cinquecento popolavano gli studioli - e ad alcuni dipinti, come il presunto “Ritratto del naturalista Ulisse Aldrovandi” di Agostino Carracci (Accademia Carrara) e la sensazionale Natura morta con strumenti musicali di Evaristo Baschenis (collezione privata). La sezione si chiude con un richiamo verso il mondo nuovo guidato dalla ragione, dove si afferma il gusto neoclassico del geniale Andrea Appianipremier peintre di Napoleone, e dell’insuperabile maestro della tarsia Giuseppe Maggiolini (Collezione Fondazione Cariplo).

La seconda parte del percorso è dedicata alla pittura di paesaggio tra Settecento e Ottocento, intesa come una finestra sul mondo da offrire allo sguardo incantato del visitatore. Dalla “Lezione di geografia” di Eleuterio Pagliano, prestito eccezionale proveniente dalle Gallerie d’Italia di Milano, alla splendida coppia di “Cacciatori” di Giambattista Tiepolo (Collezione Fondazione Cariplo), dipinti che ci invitano a superare il limite tra la realtà e l’illusione della pittura per entrare in un mondo di terre, fiumi e città, tra scorci inaspettati e impressioni di luce. Qui si succedono i paesaggi di Gaspard Dughet, Luca Carlevarijs, Charles François Nivard, Marco Gozzi, fino a quelli del romantico Ramsay Richard Reinagle e dei naturalisti Angelo dall’Oca Bianca e Guglielmo Ciardi, cui sono accostate le vedute di Bergamo del Nebbia (Accademia Carrara, in deposito presso il Museo delle storie di Bergamo) e di Venezia di Francesco Albotto, affiancate dalle “Maschere e venditrice” di Giacomo Ceruti. Il viaggio e la scoperta ritornano anche nelle scene portuali decorate da Giovanni Caselli nella serie rarissima di sei tazze da caffè della Real Manifattura delle Porcellane di Capodimonte (Lovere, Galleria dell’Accademia Tadini).

Creatrice di paesaggi che risplendono di riflessi e di emozioni nella pittura dell’Ottocento, l’acqua è il motivo ispiratore del lightbox, reinventato in chiave onirica dal giovane e brillante pittore di origini bergamasche, ma di fama internazionale Andrea Mastrovito (collezione Uniacque). Accanto alla sua opera anche le sculture di Fernando Botero, Pablo Atchugarry e Luciano Minguzzi (collezioni private).

Nella terza sezione della mostra il tema del sacro è legato al meraviglioso in un intreccio di devozione e spiritualità, invenzione e spettacolarità. La sala si apre con la grande tavola su fondo oro della fine del Trecento - mai esposta prima - e ammirata da Federico Zeri (Fondazione Polli Stoppani), cui si aggiungono la Madonna”, opera di un intagliatore dell’ambito di Francesco Laurana (collezione privata) e la “Rebecca al pozzo” attribuita a Giambattista Tiepolo (Collezione Fondazione Cariplo). Tra le dieci meraviglie del Museo del Tesoro di San Gennaro di Napoli, la grande croce d’argento e coralli ci incanta con la sua preziosità e con la sua storia centenaria di devozione popolare. Dialoga con quest’ospite illustre il “Pastorale” di Giacomo Manzù (Seminario Vescovile Giovanni XXIII), un capolavoro di oreficeria che traduce con forte impatto scultoreo il messaggio di Papa Giovanni XXIII, fondato sulla forza rivoluzionaria della fedeltà e obbedienza interiore alla parola di Dio.

L'incanto svelato
 

PALAZZO POLLI STOPPANI: la rassegna è l’occasione per aprire le porte di Palazzo Polli Stoppani, antica residenza situata nel cuore di Città Alta. Edificato attorno al 1500 su progetto di Pietro Isabello (≈ 1484 – 1549), fu ristrutturato nel XVII secolo, data cui risalgono gli affreschi del bergamasco Domenico Ghislandi.

Costruito direttamente sulla roccia di Città Alta, l’edificio si sviluppa attorno allo splendido cortile rinascimentale su tre lati e gode anche dell'accesso diretto ad una fonte d'acqua. La disponibilità di questo bene prezioso portò alla realizzazione di due fontane: una collocata all'esterno, nota come la Fontana di San Giacomo, e un’altra all'interno posizionata sotto un grande archivolto di pietra. Il suggestivo impianto si accompagna alla frase ”Ottima cosa è l'acqua” legando per sempre la residenza all'identità del luogo.

A seguito di un puntuale restauro, concluso nel 2018, le sale del secondo piano sono attualmente adibite a spazio espositivo, mentre al primo piano è ospitata la Fondazione Polli Stoppani, istituita per volontà di Vittorio Polli e Anna Maria Stoppani, con la finalità di proseguire nel tempo, in loro memoria, le attività benefiche e assistenziali cui si erano dedicati durante tutta la loro vita.

L’AEROPORTO DI MILANO BERGAMO APRE LE PORTE ALL’ARTE: il filo dell’arte si allunga, come un raggio di luce, dalla pista dell’aeroporto di Bergamo al profilo di Città alta, che si staglia all’orizzonte. In occasione di questa esposizione, allestita in uno dei palazzi più suggestivi di Città alta, l’aeroporto ospiterà due opere che gli organizzatori hanno chiesto di proporre proprio nel terminal partenze. I passeggeri potranno ammirare un bassorilievo di Manzù, risalente alla produzione degli anni cinquanta del celeberrimo scultore e che raffigura il cardinale con donna e bambino, e una porta africana, soggetto scelto per rappresentare la dimensione internazionale dell’aeroporto. Da questa compartecipazione nasce un preciso messaggio, che contiene la chiara missione che SaCBO persegue, impegnandosi a sviluppare e migliorare l’efficienza e la fruizione di una infrastruttura di servizio diventata strategica per Bergamo e il suo tessuto socio-economico, e contestualmente riaffermando il valore della cultura come strumento di comunicazione e promozione del territorio a cui l’aeroporto fa riferimento.

La meraviglia del tesoro di San Gennaro

Un patrimonio artistico-culturale unico, quello del Museo del Tesoro di San Gennaro di Napoli, ricco di capolavori - gioielli, dipinti, sculture, statue, arredi in argento e tessuti - dal gusto e dal valore inestimabile. La storia del Tesoro di San Gennaro passa attraverso donazioni di assoluto pregio di re, imperatori, Papi, nobili, aristocratici che, nell’arco di sette secoli, hanno dato vita una collezione superba di 21.720 opereDieci capolavori costituiscono la meraviglia del Tesoro di San Gennaro, tra questi un una preziosa collana di 13 grosse maglie d’oro con diamanti, smeraldi e rubini, una mitra del 1713 con 3.694 pietre prezioseun calice in oro zecchino omaggio di Papa Pio IX.

Ospite illustre della rassegna ‘L’incanto svelato’ sarà proprio una delle dieci meraviglie del Tesoro di San Gennaro: una splendida “Croce” del 1707, in argento cesellato e ornata con una superba decorazione di coralli, dono della famiglia Spera.
 

L’INCANTO SVELATO. L’ARTE DELLA MERAVIGLIA DA TIEPOLO A MANZU' - 1° dicembre 2018 – 24 febbraio 2019

Palazzo Polli Stoppani, Via San Giacomo, 9 – Citta Alta, Bergamo 

Approfondimenti, info e prenotazioni QUI 

Gallery

correlate

arteecultura

Angelo Morbelli, Sogno e realtà  (Trittico della vita),1905 LOW

A Mantova la rassegna Fato e destino. Tra mito e contemporaneità

Dall’8 settembre al Palazzo Ducale
Leggi tutto