#ricercascientifica

Le ricercatrici che studiano le disuguaglianze della società

Dottoressa Benedetta Pongiglione, ci racconta qualcosa su di lei e sulle sue passioni?

Sono una ricercatrice in scienze sociali presso il Centro di Ricerca sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) della SDA Bocconi. Ho una formazione in demografia, statistica sociale ed epidemiologia e ho conseguito un dottorato di ricerca in epidemiologia e salute delle popolazioni presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine. I miei principali interessi e attività di ricerca si concentrano sullo studio delle determinanti socio-strutturali delle disuguaglianze in salute e nel processo di invecchiamento, e la comprensione delle loro cause e conseguenze, utilizzando un approccio quantitativo proprio delle discipline demografico, statistico ed epidemiologiche. Sono sposata e mamma di due bambini. Sono nata e cresciuta a Genova, ho terminato gli studi a Milano all’università Bocconi e successivamente ho continuato la mia formazione all’estero a Barcellona e Londra. Gli incontri derivati da queste esperienze e le mie origini si sono intrecciati per definirmi oggi. Amo viaggiare, conoscere persone nuove e coltivare i legami di sempre. Mi piace fare sport nella natura, camminare, correre e nuotare.
 

Il suo progetto in parole semplici... 
Il progetto DIFF - sostenuto da Fondazione Cariplo - vuole in primo luogo misurare e mappare la fragilità tra la popolazione ultrasessantacinquenne italiana e capire quanto la dimensione del fenomeno vari a seconda dell’interpretazione che se ne dà e ai dati che si utilizzano per creare un indicatore. In seconda battuta, il progetto mira a studiare le traiettorie di salute degli individui e capire quali aspetti della fragilità, tra quella fisica, psicologica e sociale, e svantaggi socioeconomici espongano maggiormente un individuo a un deterioramento della propria salute nel tempo. Nello studiare le traiettorie di salute, un’attenzione particolare è rivolta a capire quale ruolo giochi l’accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali e come vari l’accesso stesso ai servizi sociosanitari in base alle caratteristiche individuali dei soggetti. Infine, il progetto si prefigge di dare voce agli anziani fragili e ai professionisti coinvolti nei servizi di assistenza per promuovere una visione co-creata e partecipata della fragilità e delle disuguaglianze nell'accesso alle cure e ai servizi. Cercherò di dare risposta alle diverse domande di ricerca a livello nazionale, regionale (Lombardia) e locale (comune di Milano), sfruttando e confrontando l’accesso a diverse fonti informative nei diversi livelli geografici.

Come è nata la sua vocazione scientifica?
Non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso di fare la ricercatrice, è stato piuttosto un naturale susseguirsi di eventi e scelte, determinati dall’interesse e coinvolgimento per quello che studiavo e opportunità che si sono aperte al momento giusto, fino a che le singole scelte hanno dato forma a un percorso professionale. Quello che più mi piace del lavoro del ricercatore è il continuo apprendimento e la possibilità di conoscere e capire fenomeni direttamente dalla fonte.

Quale è il suo augurio per il prossimo futuro?
Negli ultimi anni, il Censis ha fotografato il nostro paese come sonnambulo, spaventato e malinconico. Il mio augurio è che la sintesi dell’anno possa essere un sostantivo d’accezione positiva, di pace, empatia e responsabilità per il futuro.


Professoressa Ilaria Madama, qualche parola su di lei... 

Sono Professoressa associata di Scienza Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano, dove insegno International political economy and the welfare state, per il corso di laurea magistrale in Global politics and society, e Sistema politico e modello sociale europeo, per il corso di laurea triennale in Scienze politiche, che ho presieduto fino allo scorso ottobre. Coordino inoltre da diversi anni il programma di specializzazione interdisciplinare in Diritti, Lavoro e Pari opportunità (DilPO). I miei interessi di ricerca si concentrano principalmente sulla governance sociale europea e sulla politica sociale comparata, con riferimento alle dinamiche politico-istituzionali che hanno plasmato lo sviluppo e la riforma delle prestazioni sociali. Gli ambiti di cui mi sono maggiormente occupata sono le misure contro la povertà, l’inclusione sociale e la conciliazione famiglia-lavoro. Le mie passioni, oltre al mio lavoro, sono la corsa, la cucina e la lettura.

Una sintesi del suo progetto di ricerca...
Il progetto DisPARI - finanziato attraverso il bando Inequalities Research di Fondazione Cariplo - nasce come progetto corale, dall’idea di affrontare un tema cruciale - quello delle disuguaglianze connesse alla povertà alimentare – facendo fuoco su un gruppo sociale specifico, quello degli adolescenti, a cui finora non è stata prestata sufficiente attenzione in letteratura. Questa scelta deriva dalla considerazione che gli adolescenti vivono una fase del ciclo di vita, delicata e distinta, i cui bisogni differiscono da quelli degli adulti e dei bambini, e in cui il cibo gioca un ruolo chiave anche nelle dinamiche di inclusione sociale e nella promozione delle relazioni tra pari. Il progetto prevede, da un lato, la realizzazione di un tool per la misurazione quali-quantitativa della povertà alimentare negli adolescenti (FoPED-A) e, dall’altro, un’analisi qualitativa delle politiche locali lombarde di contrasto alla povertà. In tal modo, intendiamo fornire ai policy-maker gli strumenti per intercettare la povertà alimentare negli adolescenti e una base di conoscenza in merito al funzionamento delle politiche di contrasto alla povertà alimentare e dei meccanismi che ne facilitano e/o ostacolano l’efficacia. Per realizzare questi obiettivi, DisPARI può contare su un team di ricerca multidisciplinare, che include ricercatrici e ricercatori della Statale, ma anche – grazie alla partnership con ActionAid International Italia - esperti non accademici con una solida esperienza di lavoro sul campo. Sarà così possibile promuovere sinergie tra diverse discipline e competenze nel contesto di un disegno di ricerca che integra tecniche di analisi qualitative e quantitative.

Come ha deciso di fare la ricercatrice?
Ho capito di volermi dedicare alla ricerca scientifica durante il percorso universitario, grazie alla curiosità e alla passione nata per lo studio e l’approfondimento di alcuni fenomeni sociali e politici, legati in particolare alla povertà e alla riproduzione della disuguaglianza. In quella fase, durante gli studi in Scienze Politiche a Pavia, sono stati per me determinanti tante/i docenti, diversi dei quali oggi non sono solo colleghe/colleghi che stimo e da cui ho imparato tanto, ma anche amiche/amici.

Un augurio per il futuro?
L’augurio che mi propongo per il 2024, che probabilmente è uno dei buoni propositi tipici di inizio anno, è di riuscire a “fare bene”, bilanciando ruoli, tempi e sfide, sia sul piano professionale che personale.

Vedi anche...


Per l’elenco delle aree operative, Clicca qui