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NEETwork

Neetwork è un progetto di Fondazione Cariplo a sostegno della componente più vulnerabile dei neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano. 

In Italia vi sono oltre 2 milioni di ragazze/i tra 18 e 29 anni in tale condizione, di cui circa 254.000 in Lombardia. Si tratta di un insieme estremamente eterogeneo per età, formazione, background familiare, di cui una parte significativa presenta un profilo di maggior vulnerabilità caratterizzato da bassa scolarizzazione, reti familiari e sociali poco presenti, storie di migrazione che li espone ad un maggior rischio di esclusione e distanza dal mercato del lavoro.

Il progetto si è svolto in due fasi, la prima tra il 2016 e il 2019 e la seconda tra il 2021 e il 2023, periodo quest’ultimo inizialmente caratterizzato dalle ripetute aperture e chiusure dovute alla pandemia e al contempo dall’importanza di provare a sostenere i giovani più fragili, pur nell’incertezza del momento storico.

In due edizioni, il progetto si è configurato come di seguito sintetizzato.

Obiettivo: riattivare la componente più fragile dei neet mediante un percorso di avvicinamento al mercato del lavoro composto da un “pacchetto di opportunità” complementari e integrabili fatto di: i) rafforzamento e orientamento, ii) formazione in ambito digitale, iii) tirocini retribuiti di 6 mesi presso enti di terzo settore o imprese. 

Beneficiari: neet 18-24 anni, domiciliati in Lombardia, in possesso al massimo della licenza media, disoccupati da almeno 3 mesi, non iscritti a Garanzia Giovani.

Modalità di intervento: intercettazione dei giovani in possesso delle caratteristiche dei beneficiari in via principale mediante campagne sui principali canali social (facebook, instagram, tik tok, ..), sul sito di progetto, segnalazione da parte delle agenzie per il lavoro partner del progetto e dei Centri per l’impiego disposti a collaborare. Verificato il possesso dei requisiti richiesti, i giovani sono stati contattati per presentare loro le possibili opportunità, fissare due colloqui conoscitivi con l’ente accreditato al lavoro volti a rilevare i loro interessi e competenze, ad identificare il percorso più indicato tra quelli offerti, nonché l’opportunità di tirocinio meglio rispondete al loro profilo tra quelle disponibili. L’intervento ha altresì previsto due colloqui con uno psicologo del lavoro; uno in ingresso per conoscere il giovane, comprendere le ragioni della condizione di inattività/disoccupazione e rilevare eventuali fragilità di cui tenere conto in sede di attivazione; e uno in itinere per verificare/rafforzare la motivazione a proseguire.

Il progetto si è avvalso della preziosa collaborazione degli Enti di Terzo Settore (ETS) lombardi che hanno messo a disposizione posizioni di tirocinio retribuite per i giovani intercettati nell’ambito del progetto, sostenendone il percorso di attivazione e facendo loro sperimentare un’esperienza motivazionale e di educazione al lavoro.  

Partner operativi e istituzionali: il progetto, promosso da Fondazione Cariplo, si è svolto in partenariato con Mestieri Lombardia, Fondazione Adecco e Istituto Toniolo e in collaborazione con Regione Lombardia.

I risultati: 378 enti di terzo settore aderenti, 776 posizioni di tirocinio, 282 giovani attivati.

Principali apprendimenti:

  1. complessità di intercettare e agganciare i neet in linea con il profilo del progetto, trattandosi di giovani al di fuori del sistema scolastico e dal mercato del lavoro. Spesso, anche nel caso in cui abbiano lasciato un loro recapito telefonico o mail, risultano irraggiungibili o perché hanno cambiato il numero di telefono o perché non rispondono e non leggono la mail. Stabilire un primo contatto mediante messaggistica WhatsApp aumenta le possibilità di riscontro;
  2. efficacia dei canali social nell’intercettare giovani diversi da quelli che si rivolgono ai centri per l’impiego/agenzie per il lavoro, sebbene vada segnalato che i canali social evolvono rapidamente e richiedono manutenzione e aggiornamento. I giovani reperiti attraverso i social presentano tassi di ammissibilità e attivazione più elevati rispetto a quelli che hanno portato un CV ad uno sportello per il lavoro e sono paragonabili a quelli dei giovani che sono stati “accompagnati” al progetto da parte di un educatore o figura di riferimento;
  3. presenza di un livello un elevato livello di fragilità. La maggior dei giovani incontrati presenta percorsi scolastici e di vita accidentati, nuclei familiari poco presenti o poco supportivi, soft skills più basse della media e difficoltà di relazione e comunicazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di ragazze/i volubili, che cambiano idea rapidamente, in taluni casi con una discreta capacità di trovare lavoro sebbene spesso si tratti di incarichi a termine (di breve respiro o in nero);
  4. i ragazzi una volta agganciati e intrapreso il percorso di formazione o tirocinio hanno dimostrato una buona motivazione determinata dalla volontà di acquisire nuove competenze, uscire dalla condizione di inattività, conseguire l’indipendenza economica.

A partire dall’esperienza di Progetto Neetwork, Fondazione ha deciso di emanare un bando rivolto al territorio.

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