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«Un altro lunedì. Storie di acrobatica quotidianità per signore»

Nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 nell’ambito “La città che inventa” va in scena «Un altro lunedì. Storie di acrobatica quotidianità per signore», lo spettacolo che racconta il percorso imprenditoriale di donne bergamasche ideato da Chiara Magri con la regia di Laura Curino.

Il progetto è stato sviluppato da Tartaruga Aps ed è uno dei novantadue progetti sostenuti con 3,5 milioni di euro dal bando: “CAPITALE DELLA CULTURA 2023 Fondazione Cariplo e le Fondazioni delle Comunità Bergamasca e Bresciana insieme per il territorio”. Al centro dello spettacolo, che viaggerà per tutto l’anno nelle provincie di Bergamo e Brescia (qui Il calendario delle rappresentazioni) l’esperienza di 12 imprenditrici del territorio che hanno prestato il loro racconto alle ideatrici del progetto. Le attrici Chiara Magri e Giulia Manzini danno voce e corpo alla vita lavorativa e privata di queste 12 donne. La sceneggiatura è nata a partire proprio dalle loro interviste e lo spettacolo è costituito da monologhi, uno per ogni imprenditrice.

Spiega Chiara Magri: «Il nome del progetto “Un altro lunedì” nasce da una sorta di mio corto circuito mentale su una canzone di Jovanotti che parla di disoccupazione (Sabato, sabato. È sempre sabato. Anche di lunedì sera. È sempre sabato sera. Quando non si lavora. È sempre sabato Vorrei che ritornasse presto un altro lunedì). Noi non parliamo di disoccupazione, ma del contrario. Però dopo la pandemia sentivo di voler raccontare una nuova visione e approccio al mondo del lavoro. Trovare un lunedì per andare a lavorare in una maniera diversa. E appunto femminile: e il lunedì fa pensare anche alla luna, un astro femminile».

«Le donne hanno una visione che contiene in maniera integra la persona, che non separa in maniera netta la vita privata e quella lavorativa, la loro capacità di fare e gestire attraversa lavoro e famiglia. E noi abbiamo disegnato una mappa da esplorare per restituire uno spettacolo dove la capacità di evolvere, la resilienza, l’invenzione del mondo femminile possano essere esempi illuminati per favorire una riflessione sulla produttività e l’innovazione nel mondo del lavoro». Le dodici imprenditrici del territorio che hanno prestato la loro storia al progetto (Maria Teresa Azzola - Interior And Industrial Design; Silvia Baldis – studio Baldis Restauri; Tiziana Barbiero – Teatro Tascabile di Bergamo; Federica Bisutti – Policrom Screens S.p.A.; Barbara Bona - Unipel - Bamafashion S.N.C. ; Nicoletta Ghirardi – Camiceria Agatex; Elena Lussana – Il Castelletto Azienda agricola; Maria Rauzi – Teatro Telaio Brescia; Manuela Ravasio - Business coach; Ida Rocca – Donna Impresa Confagianato; Norma Scandella – Sinergia Spa; Maria Balduzzi - Sinergia Spa) sono donne che hanno storie e carriere diverse ma, sottolinea Magri: «in questo momento sono in ufficio, sopra un ponteggio, in laboratorio, tra la polvere. Molte di loro lavorano in ambiti tradizionalmente maschili. Sinergia è un’azienda manifatturiera che si occupa di progettare e vendere macchinari di compressione dell’aria. Silvia Baldis dirige uno studio di restauro ma si arrampica ogni giorno sui ponteggi. Sono anche donne di età differenti, le loro storie attraversano più generazioni e questo ci sembrava bello, ma sono tutte in attività, non volevamo raccogliere testimonianze di quello che è stato fatto, ma di quello che si sta facendo». Selezionarle è stato un grande lavoro di ricerca condotto insieme al comitato di imprenditoria femminile della Camera di commercio e il CNA di Bergamo. «Quando le abbiamo contattate abbiamo trovato subito disponibilità ed entusiasmo e nessuna titubanza. Le abbiamo intervistate per ore insieme all’attrice Giulia Manzini e alla regista Laura Curino, che aveva già portato in teatro il mondo del lavoro con lo spettacolo Camillo Olivetti, alle radici di un sogno. Ci hanno raccontato storie molto diverse ma la parola che è venuta fuori più spesso e comune a tutte è stata relazione. La relazione che avevano con i loro dipendenti, persone che possono bussare senza timore alla loro porta se ne hanno bisogno. E relazione fra i lavoratori, a tutti i livelli. L’impegno costante per creare una sinergia che non separi l’azienda in compartimenti stagni. Alcune di loro hanno organizzato una mensa interna senza orari diversificati, come succede invece in alcune grandi aziende: chi costruisce i tubi si siede a tavola con gli ingegneri che li progettano. “Se non c’è relazione le cose non funzionano”, ce lo hanno detto tutte. E ce lo ha spiegato molto bene Nicoletta Ghirardi di Agatex “se in una catena di lavorazione di una camicia due persone hanno un sospeso fra di loro, la camicia non esce cucita bene”. Questo è il patrimonio prezioso di una visione femminile».

Alle dodici voci nello spettacolo sono affiancate altrettante opere di ritrattistica femminile (dieci delle quali presenti in Accademia Carrara): «Il valore aggiunto dei quadri sono le radici delle storie che raccontiamo. Sono tutti ritratti di donne del territorio o pittrici del territorio. Abbiamo scelto opere che potevamo legare alla storia delle nostre imprenditrici in modo simbolico. Le opere entrano in scena perché la situazione scenografica assomiglia allo studio da pittore, c’è uno spazio neutro che si riempie di opere e cavalletti». Ma nonostante l’iconografia così raffinata «il nostro è uno spettacolo pop. Va in scena anche in teatri dove può partecipare la signora del paese, noi speriamo di riuscire a comunicare con tutti». Una delle azioni del progetto, prevede infatti per l’inizio per l’inizio del prossimo anno scolastico, spettacoli dedicati alle scuole superiori. «In particolare, ci rivolgiamo agli istituti di formazione professionale, scuole spesso dimenticate, vogliamo incontrare ragazzi che il teatro non lo vedono. Un altro lunedì non è Il giardino dei ciliegi, non ci sono personaggi ma personalità, non parliamo di cose difficili ma di esperienze di vita e speriamo che possano aiutare i ragazzi possano a comprendere ruoli e responsabilità e sviluppare una coscienza del lavoro come un’espressione di sè».
 

Osvaldo Ranica, Presidente Fondazione della Comunità Bergamasca: «Ogni progetto scelto, 42 per Bergamo e la sua provincia, è espressione innovativa e creativa del territorio di riferimento e della capacità dei soggetti proponenti di leggere in chiaroscuro risorse, talenti, bisogni delle comunità. Sappiamo che la cultura è un traino importante non solo per lo sviluppo dell’economia e del turismo dei nostri territori ma anche per quello sociale delle nostre comunità. Per questo, credo sia importante dire ancora una volta che ciò che ci sta a cuore come fondazione di comunità, più di quello che si realizzerà durante quest'anno straordinario, è ciò che resterà sui nostri territori quando i riflettori si saranno spenti. Se, come eredità della Capitale, resteranno legami più solidi e maggiore coesione sociale avremo centrato l'obiettivo. Tutti i progetti che abbiamo sostenuto vanno in questa direzione: promuovere crescita, benessere e sviluppo sostenibile per il territorio, di cui siamo un solido riferimento. Dalla città alla pianura, dalle valli alle montagne; per i più giovani, gli anziani e per quanti, spesso, restano ai margini: la 'cultura che cura' è quella che emancipa, che rende tutti protagonisti. È questa la cultura che ci interessa promuovere. È per noi un privilegio poter partecipare ad una così significativa occasione di rinascita delle nostre città con Fondazione Cariplo, che da sempre ha attenzione per i territori e le persone, e con Fondazione della Comunità Bresciana».

Per info: il calendario degli spettacoli.

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