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Compito non facile, dovendo gestire l’eredità che il suo predecessore le aveva lasciato. Nel 2011, l’intero Paese
era sceso in piazza per inveire contro Mutharika e denunciare il fallimento della sua politica economica, che
aveva tra l’altro provocato la rottura col maggior alleato e sostenitore del Malawi, il Regno Unito, intervenuto
col “modesto” aiuto di 550 milioni di dollari. Ma Joyce Banda ce l’ha fatta. Ha subito adottato un programma di
rinunce e misure di estrema austerità, come la vendita del jet presidenziale di Mutharika per 15 milioni di dollari
o la riduzione del 30 per cento del proprio salario, imbarcandosi pure in una serie di riforme (come quella del
rapporto con il Fondo Monetario Internazionale) che non hanno certo ottenuto il consenso generale. Ma pochi
mesi dopo la Banca Mondiale diffondeva un messaggio ottimista sulla ripresa dell’economia locale, grazie alla
crescita dell’industria - 6 per cento - e dell’agricoltura, con una percentuale lievemente minore. Ma la notizia più
ghiotta veniva nel settembre 2012 dall’Associazione dei Diritti Umani con l’annuncio che, estinto anche il ricordo
di Mutharika, il Paese era stato restituito alla democrazia. Ne dava conferma la nomina di Anastasia Msosa al
vertice del Ministero della Giustizia e di Hawa Ndilowe a capo dei Servizi Pubblici.
La condizione di inferiorità del “sesso debole” emergeva anche nel settore amministrativo-commerciale, dove ad
esempio non era permesso ad una donna di aprire un conto in banca o di ottenere una carta di credito.
La nascita dell’“Associazione delle donne in affari” - ha spiegato Joyce Banda - «avrebbe consentito alle donne,
che in Africa costituiscono la maggioranza della popolazione, di occuparsi direttamente dei problemi fondamentali
della società: la povertà, la salute, l’educazione dei figli». Il vetusto (e mai estinto) argomento dell’emarginazione
femminile si appresta a diventare nuovamente incandescente in vista alle elezioni dell’anno prossimo.
Secondo notizie recenti, ad esempio, le autorità di Nkhotakota sono da tempo all’opera per convincere le
donne del distretto a mettersi in lista per entrare a far parte dell’eventuale leadership politica locale, e per far