FONDAZIONE CARIPLO - page 23

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Ma le donne di Ntalava si sono ribellate: in tenuta di guerra (si fa per dire), una T-shirt con la scritta “Chigwifrizano”,
che è il nome del locale Movimento femminista, sono scese in piazza facendo caciara. Lo stesso è avvenuto
a Mpamja, nel distretto meridionale di Nasanje, dove un gruppo di contadine ha lanciato un coro di proteste e
d’insulti al governo per denunciare il trattamento riservato alle femmine nel “democratico” Malawi: “qui infatti -
si legge nei volantini disseminati per strada - le ragazze lasciano la scuola per accasarsi col primo uomo che
trovano, dal momento che lo sposo paga ai suoceri una dote di 10 mila Kwacha (pari a 53 euro), quanto basta
a sfamare una famiglia per un mese”. Nonostante gli sforzi dell’ex presidente Mutharika (deceduto nel 2012) che
si era proposto di far uscire l’Africa dall’angusto tunnel della povertà e della fame, il Malawi fatica a liberarsi di
alcuni aspetti e comportamenti obsoleti della realtà socio-politica del paese, fortemente radicati nella tradizione.
Per tornare al problema delle donne, ad esempio, sembra incredibile che ai giorni nostri una bambina di 11 anni
debba sposarsi con un uomo più anziano di mezzo secolo per salvare la propria famiglia sull’orlo del fallimento;
o che la neo-vedova vada a letto col cognato per garantirsi un bebè…
C’è poi uno stuolo di vecchi sornioni e famelici, i quali sostengono che l’accoppiamento con una vergine abbia
automaticamente il taumaturgico risultato di sventare per sempre la minaccia del virus. Uno dei tanti esempi di
come la condizione femminile e l’epidemia di AIDS siano quindi strettamente collegate.
La scienza medica non è stata comunque con le mani in mano. Ha suggerito il trattamento del Nevirapina
(prodotto da un’industria farmaceutica tedesca) che viene somministrato, insieme ad altri farmaci, alle pazienti
incinte affette dall’AIDS: si tratta di un cocktail “esplosivo”, che dovrebbe annullare totalmente la probabilità di
trasmettere il virus al nascituro (Mother to Child Transmission). Ma ovviamente viene a costare parecchio.
Grazie al sostegno di Project Malawi e del governo è possibile averlo gratis; può essere di conforto poi il dettaglio
che, da queste parti, solo una donna su cento viene a mancare durante il parto.
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