FONDAZIONE CARIPLO - page 16

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metà della popolazione arranca sotto la cosidetta “soglia della povertà”. A parte la gente che vive a Lilongwe -
la capitale - o nei capoluoghi urbani di Blantyre e Balaka, più di 10 milioni di abitanti risiedono nelle vaste zone
agricole del meridione, coltivate a mais, che non bastano tuttavia a sconfiggere del tutto la fame.
Ma il problema più grave del Paese, sottolinea il vice Ministro della Sanità, Harrima Daudi, «resta sempre quello
dell’AIDS, dal momento che più di un milione di persone sono afflitte dal morbo». Particolarmente colpite le
donne: l’8,4 per cento della popolazione femminile nell’arco di età fra i 15 e i 24 anni e il 17 per cento delle
madri risulta sieropositivo, e ogni anno sono 85mila i parti a rischio di trasmissione del virus. Altro particolare
agghiacciante: su un milione di bambini orfani, più della metà è da attribuire all’epidemia.
L’aspettativa di vita di un essere umano, nel Malawi, è sui 45 anni: risalendo a dati forniti nell’ottobre 2011 da
MFS (Medici Senza Frontiere), nel distretto rurale di Chiradzulu (quasi 300mila abitanti) il 14,5 per cento della
popolazione con età fra i 15 e i 49 anni sarebbe stato contagiato, le donne in testa col 17 per cento, gli uomini
al seguito con 6 punti in meno. A conferma che gli interventi e i rimedi forniti dall’apparato sanitario riescono solo
parzialmente a contenere la diffusione del male.
Che è comunque vistosamente presente, ovunque. Appena imbocchi una strada, in città come in campagna, ti
trovi in mezzo ad una selva di cartelli su cui sta scritto: “Black Death” (Morte nera), oppure “Il cielo ti attende” o
ancora “Buon viaggio in paradiso”: tutte mete cui dovrebbe inevitabilmente condurti l’AIDS.
Non diversamente da Chibwan, anche Kasarika è un piccolo villaggio della regione del sud-orientale dove il virus
- mi informano - “ha fatto più del doppio delle vittime rispetto al livello medio del 12 per cento della popolazione”;
il parroco ha avuto il suo bel da fare con quattro e anche più funerali al giorno. Inizialmente, gli abitanti erano
convinti si trattasse di una maledizione di Dio, che agiva attraverso le strega del villaggio, Enifa Ngulama, 69 anni.
Al punto - ricorda lei adesso - di «essere aggredita da un gruppo di vecchi e vecchie, una quarantina di persone,
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