#ricercascientifica

Fiorire nelle disuguaglianze: le disparità non sono un destino

Viviamo in una società attraversata da profonde disuguaglianze. Condizioni economiche, sociali, culturali e territoriali continuano a influenzare le possibilità di ciascuno, determinando percorsi di vita spesso divergenti. Tuttavia, il Secondo Rapporto Disuguaglianze di Fondazione Cariplo, presentato alla Triennale Milano nell’ambito della 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano – Inequalities, dimostra che queste disparità, pur restando una ferita aperta, non rappresentano un destino ineluttabile. Quando il sistema – istituzioni, comunità, famiglie e cittadini – riesce a mettere in campo politiche, reti e servizi capaci di sostenere le persone, nascono veri e propri “ecosistemi di opportunità”: contesti in cui anche chi parte da condizioni svantaggiate può fiorire, trasformando le difficoltà in risorse e cosi contribuire alla crescita collettiva.

In un Paese che invecchia e in cui ogni talento diventa sempre più prezioso, la capacità di far emergere e accompagnare il potenziale umano di ciascuno non è solo una scelta etica, ma una necessità per il futuro comune.

Le leve della fioritura: mentor e comunità

Dopo aver indagato nel primo Rapporto il “lato oscuro” delle disuguaglianze, questa seconda edizione si concentra sul “lato luminoso”: le condizioni che rendono possibile la fioritura personale e collettiva, anche in situazioni di vulnerabilità.

L’indagine, condotta su un campione di 1.201 giovani tra i 18 e i 45 anni, evidenzia che nel processo di fioritura umana giocano un ruolo decisivo la condizione economica, quella familiare e il contesto territoriale. Ma accanto a questi elementi emergono due leve chiave: il mentor e la comunità.

Il primo rappresenta la scintilla che accende il potenziale individuale; la seconda è l’ossigeno che lo mantiene vivo. Dove esistono reti solide di fiducia e partecipazione, anche le fragilità economiche, educative o familiari possono trasformarsi consentendo la fioritura dei potenziali umani.

Rivedi la presentazione 

I dati: una società diseguale ma ricca di potenziale

I numeri raccontano un Paese attraversato da disparità, ma anche da energie e talenti. Solo il 54% degli intervistati ritiene che la propria condizione economica abbia inciso positivamente sul proprio percorso di fioritura, contro il 63% che indica la famiglia, il 60% la vita sociale e il 65% l’esperienza scolastica. La condizione economica resta la principale barriera (28%), seguita dalle difficoltà relazionali (21%).

Nel complesso, il 77% del campione ha incontrato almeno un ostacolo nel proprio percorso di vita – una quota che sale al 93% tra chi si sente insoddisfatto. Eppure, più di una persona su due (52%) ha migliorato la propria condizione economica rispetto al punto di partenza, percentuale che cresce tra chi vive in contesti socialmente integrati (64%) e cala tra chi è isolato (28%). Anche sul piano educativo, il 62% segnala progressi significativi, che arrivano al 77% tra i più soddisfatti.

Questi dati confermano che la rete di relazioni è una leva decisiva: chi è inserito in contesti di fiducia tende a migliorare in tutte le dimensioni del benessere.
Tra quanti hanno affrontato difficoltà, il 52% dichiara di aver ricevuto aiuto da una o più persone – soprattutto amici (36%) e insegnanti (11%).

Fiorire insieme: una responsabilità condivisa

Il Rapporto mette in luce che la fioritura del potenziale umano è spesso il risultato di un processo collettivo.
La relazione con gli altri, la rete, la comunità e la presenza di figure di fiducia hanno un potere generativo: rendono possibile trasformare le fragilità in risorse.

Quando il sistema nel suo complesso – istituzioni, scuola, terzo settore, imprese e cittadini – si assume la responsabilità di creare contesti favorevoli, le disuguaglianze smettono di essere una condanna e diventano terreno di rinascita.

Dobbiamo domandarci se di fronte all’aumento delle disuguaglianze vogliamo e possiamo fare qualcosa. Sulla volontà, da parte nostra non ci sono dubbi: gran parte delle attività di Fondazione Cariplo vanno nella direzione del contrasto a questo fenomeno. Non possiamo permettere differenze così ampie tra una parte di popolazione e un’altra. Possiamo fare qualcosa? Certo. Innanzitutto dobbiamo avere una base dati e studi come quelli che emergono dal Rapporto sulle disuguaglianze. Nella prima edizione del rapporto si metteva in evidenza come sia importante intervenire già nei primi anni di vita dei bambini e sulla loro formazione ed educazione; in questa nuova edizione del Rapporto, emerge ben chiaro che occorre una rete e persone che stanno vicino a chi è in difficoltà. Il contrasto alle disuguaglianze crescenti è dunque un processo collettivo. Per questo Fondazione Cariplo si propone sempre di più come una piattaforma di relazioni e servizi. Le risorse economiche sono importantissime, e per questo cerchiamo alleanze, con istituzioni ed aziende per realizzare i nostri obiettivi. Di fronte questi fenomeni cosi ampi e complessi, dobbiamo lavorare tutti insieme” dichiara Giovanni Azzone, Presidente Fondazione Cariplo.

Le disuguaglianze non sono un destino inevitabile: possono essere comprese e affrontate. Milano, con le sue contraddizioni e le sue energie, è il luogo dove ogni giorno proviamo a costruire fiducia e coesione, perché la fioritura del potenziale umano è una responsabilità collettiva. Ringrazio Fondazione Cariplo per aver creduto in questa ricerca e per continuare a offrirci strumenti preziosi per leggere la complessità e agire insieme” dichiara Elena Buscemi, Presidente Consiglio Comunale di Milano.

Siamo felici di aver accolto oggi in Triennale la presentazione del secondo Rapporto Disuguaglianze realizzato da Fondazione Cariplo, un appuntamento di grande rilievo che si inserisce nel public program della 24ª Esposizione Internazionale Inequalities. La collaborazione con Fondazione Cariplo è stata un nodo fondamentale nella rete di sinergie attivate da Inequalities, che, in particolare attraverso il progetto Triennale on Tour, ha permesso di portare la riflessione sulle diseguaglianze al di fuori del Palazzo dell’Arte, e di coinvolgere diverse comunità locali nei loro territori. La conferenza di oggi è una grande opportunità che ha permesso di arricchire di ulteriori prospettive e punti di vista l’approfondimento dei temi che sono al centro della nostra Esposizione Internazionale.” dichiara Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano.

photo Gianluca Di Ioia © Triennale Milano