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Agricoltura sociale: risultati, strumenti e prossimi passi

L’agricoltura sociale rappresenta un ambito in cui produzione, inclusione e cura dei territori si intrecciano. Non è soltanto un modello di impresa attenta all’ambiente e alle persone: è un’infrastruttura di welfare comunitario capace di creare opportunità occupazionali per persone in condizione di fragilità, rigenerare il paesaggio agricolo e rafforzare legami tra cittadini, organizzazioni del terzo settore e istituzioni.

Nel decimo anniversario dell’approvazione della legge nazionale sull’agricoltura sociale, il tema torna al centro dell’attenzione. Non si tratta di celebrare una ricorrenza, ma di consolidare le esperienze più efficaci e aprire nuovi cantieri di lavoro. Due strumenti sostenuti dalla Fondazione contribuiscono a questo obiettivo: il Quaderno dell’Osservatorio n.53 dedicato al bando Coltivare valore e AgriECO, il portale che organizza e rende accessibili i contenuti delle pratiche sostenute dall’Area Ambiente in ambito agricolo.

Quaderno Coltivare valore: dati, testimonianze e riflessioni

L’esperienza delle n. edizioni del bando Coltivare valore conferma che l’agricoltura sociale funziona quando dimensione ambientale e dimensione sociale sono integrate. Interventi di diversificazione colturale e gestione sostenibile delle risorse aumentano la resilienza delle aziende e creano spazi di apprendimento utili ai percorsi di inserimento. Allo stesso tempo, la presenza di servizi educativi e socio-terapeutici amplia la domanda di beni e servizi prodotti dalle imprese agricole, attivando economie di prossimità.

Il Quaderno, curato dall’Evaluation Lab di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, raccoglie e analizza i risultati delle edizioni del bando Coltivare valore (2018–2021). I numeri restituiscono la dimensione dell’impegno e dell’impatto:

  • 43 progetti sostenuti su tutto il territorio di riferimento di Fondazione Cariplo;
  • 10,3 milioni di euro di contributi;
  • oltre 440 percorsi di inserimento lavorativo attivati per persone in condizione di fragilità;
  • più di 200 ettari di terreni recuperati e gestiti con pratiche agroecologiche.

Oltre ai dati quantitativi, il Quaderno evidenzia fattori qualitativi che hanno inciso sui risultati:

I progetti sostenuti si sono misurati con questioni complesse: garantire percorsi di inserimento lavorativo efficaci richiede accompagnamento, formazione sul campo e tutoraggio strutturato. Sul piano ambientale, il recupero di superfici in stato di abbandono e l’adozione di pratiche agroecologiche hanno posto sfide legate alla sostenibilità economica e alla gestione delle risorse.

La costruzione di reti territoriali tra cooperative sociali, aziende agricole, enti pubblici e servizi socio-sanitari è un obiettivo cruciale, ma non semplice, perché implica coordinamento stabile e capacità di governance condivisa. Anche la qualità del lavoro rimane un tema centrale: regolarità contrattuale, sicurezza e progressione delle competenze sono condizioni da presidiare per evitare precarietà e garantire continuità.

Infine, l’elaborazione di modelli economici innovativi (filiere corte, trasformazione dei prodotti, integrazione con servizi educativi e forme di turismo rurale) apre opportunità, ma richiede investimenti, competenze e mercati in grado di sostenere la diversificazione produttiva.

Il documento non si limita così a fotografare i risultati, ma individua fattori abilitanti e criticità ricorrenti, offrendo indicazioni concrete per progettare interventi replicabili.

Il portale AgriECO: una piattaforma per orientarsi e collaborare

AgriECO è il portale che raccoglie le principali iniziative in ambito agricolo promosse dall’Area Ambiente, a partire dai progetti sostenuti dai bandi Coltivare valore e Ruralis, ma non solo. Non è solo un archivio: è uno strumento di apprendimento e condivisione. Contiene schede-progetto, mappe, materiali tecnici e linee d’intervento, pensati per chi opera sul territorio: cosa è stato fatto, con quali risultati, quali strumenti sono stati utilizzati e con quali partner.

Il portale consente di mettere in relazione casi e approcci, facilitando il riuso di pratiche efficaci e il loro adattamento a contesti diversi.