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Equiliberi di essere

Nel centro di Desio c’è una cascina che si apre in una corte verde. Sui lunghi ballatoi si affacciano appartamenti dove vivono perlopiù vecchietti soli, escono per fare la spesa, o per curare le piantine che abbelliscono la loro porzione di ballatoio. Qui c’è anche “La casa di Giada”. È un appartamento che ospita ogni settimana persone con disabilità che partecipano al progetto “TikiTaka Equiliberi di essere”. Insieme agli operatori, fanno esperienza di “vita vera” con la prospettiva di abitare, in futuro, in autonomia. A turno fanno la spesa, cucinano, dormono, scelgono come passare la serata. D., 25 anni, ha la sindrome di down: «A casa decide mia nonna cosa si mangia, a me va bene tutto. Però mi piace scegliere». Oggi il menù prevede pasta all’arrabbiata, saltimbocca, insalata. L’unica preoccupazione di D. è che, quando non c’è lui, la nonna si ricordi di prendere le sue pastiglie, è molto protettivo e va d’accordo con gli anziani, infatti sta facendo un tirocinio in una casa di riposo. Il programma per la serata non è ancora stato stabilito: «Forse andiamo al cinema» ipotizza Alessandro Filippi, l’operatore della cooperativa “Il Seme” che segue i ragazzi: «a loro piacciono anche molto il bowling e il mini golf. L’autonomia passa anche da queste piccole decisioni, cosa fare nella propria serata, che vestiti indossare, cosa mangiare. All’inizio erano molto spaventati dal pensiero che la mamma e il papà non sono eterni, ma iniziando a progettare la propria vita si sono sentiti via via più sicuri». Nella “Casa di Giada” succedono anche cose bellissime, perché è così che avviene quando le persone si mescolano. Qui V., 28 anni, un ritardo mentale dalla nascita arriva con il batticuore perché incontra il suo fidanzato, si sono conosciuti in questo appartamento: «Lui mi dice sempre che è stato fortunato a incontrarmi, anche io penso la stessa cosa». V. sogna di andare ad abitare con lui un giorno, ma ci sono ancora un po’ di cose da imparare: «Ho il terrore di accendere la manopola del gas, nella casa di Giada va meglio perché ci sono le piastre a induzione». I ragazzi hanno una nonna speciale, è Silvia “per l’anagrafe Silvestra” specifica lei. È una delle vecchine che abita gli appartamenti affacciati sul ballatoio. I ragazzi e gli operatori l’aiutano a cambiare le lampadine, a sistemare la televisione quando non si accende. Lei in cambio fa la pizza insieme a loro, cucina torte: «Io abito qui da 18 anni, sono sola e quando vengono qui passo la serata con loro. Dovrebbe vederli come sono bravi a fare la pizza, uno tagliava i wurstel, l’altro il salame, uno spianava la pizza. Le ragazze sono più brave con le torte, invece. Poi quando cuciniamo loro vogliono che mi fermi con loro a mangiare, uno mi chiama zia, questi ragazzi mi fanno commuovere, mi rubano l’affetto».

Tikitaka è un progetto avviato nel distretto di Desio-Monza per innovare il sistema di welfare in sostegno alle persone con disabilità, facendo sì che le persone con disabilità non siano considerate unicamente come utenti di servizi, ma come persone che possono realizzare il proprio percorso di vita all’interno della comunità di appartenenza. Tikitaka è uno dei progetti sostenuti dal Bando Welfare di Comunità e Innovazione sociale di Fondazione Cariplo.

Le foto di questa gallery sono state scattate da Fedele, Aquil e sono in mostra alle Gallerie d'Italia - Piazza Scala. Clicca qui per altre info > bit.ly/13storiedallastrada #riscatti

 

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