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La Pietà Rondanini ha una nuova casa

L'ultima opera scolpita da Michelangelo Buonarroti, risalente al 1564, la Pietà Rondanini, ha da oggi una nuova, bellissima, sede. Si tratta del Museo Pietà Rondanini_Michelangelo, presentato questa mattina alla stampa e aperto al pubblico dal 2 maggio, data di apertura di Expo 2015. Dopo quasi sessant’anni trascorsi nel Museo d’Arte Antica del Castello all’interno della Sala degli Scarlioni, la Pietà Rondanini trova la sua definitiva collocazione nell’affascinante spazio dell’antico Ospedale Spagnolo. L’ultimo emozionante capolavoro di Michelangelo viene così ridonato a Milano in un nuovo spazio espositivo dedicato, riscoperto, restaurato e restituito alla città. 
Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione portata avanti per quasi tre anni fra Istituzioni pubbliche e realtà private: Comune di Milano insieme alle Soprintendenze, al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR) e al Politecnico di Milano – Centro Beni Culturali per le attività di diagnostica, monitoraggio e ingegneria. Fondamentale è stato inoltre il contributo della Fondazione Cariplo, partner istituzionale del Castello Sforzesco nel progetto di restauro architettonico e di rinnovamento museografico. Un insieme di voci e di diverse competenze che hanno saputo confrontarsi con sinergia su temi di conservazione, restauro, progettazione e ingegnerizzazione, in grado di garantire la più alta valorizzazione dell’opera e al tempo stesso la sua massima sicurezza.

Il delicato e complesso percorso affrontato per dare la giusta valorizzazione alla Pietà Rondanini con un Museo dedicato giunge finalmente a compimento in un anno particolarmente importante per Milano. «Per quanto sia apparso evidente fin da subito, sorprende oggi vedere come l’incontro fra il capolavoro di Michelangelo, l’affascinante spazio dell’antico Ospedale Spagnolo e il raffinato allestimento di Michele De Lucchi crei una perfetta armonia fra architettura e opera, permettendo finalmente alla Pietà di sprigionare completamente la sua forza espressiva e di trasmetterla a coloro che la osservano», afferma Claudio Salsi, Direttore Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici. «Questo risultato non sarebbe stato possibile senza la preziosa guida dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR), che ha seguito costantemente tutte le fasi di tutela e conservazione preventiva in vista dello spostamento dell’opera, compreso lo studio dell’innovativo basamento tecnologico che sostiene la Pietà e il progetto di monitoraggio della superficie dell’opera realizzato in stretta collaborazione con il Politecnico di Milano – Centro Beni Culturali e con gli altri partner coinvolti».

«Come Istituzione impegnata da anni nel sostegno a progetti culturali, sociali e ambientali sul territorio, abbiamo deciso di offrire il nostro supporto al restauro dell’Ospedale Spagnolo, nuova sede della Pietà Rondanini, contribuendo a restituire al mondo un capolavoro», afferma Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo. «Confidiamo che in un anno straordinariamente rappresentativo per Milano, il Castello Sforzesco e la Pietà Rondanini possano davvero rendere la bellezza un veicolo universale di accoglienza, inclusione, condivisione, partecipazione, a beneficio dei milanesi e di quanti affolleranno la città».

La Pietà Rondanini e l’antico Ospedale Spagnolo

Ultima creazione incompiuta del genio toscano, la Pietà Rondanini è un’opera drammaticamente singolare, dotata di un senso che trascende la bellezza in quanto espressione dell’amore umano: racchiude infatti in un unico blocco di marmo le figure del Cristo e della Vergine, quasi fuse in un solo abbraccio. La Pietà Rondanini rappresenta il testamento spirituale del maestro, intento a scolpirne i tratti sino a pochi giorni prima della morte, avvenuta nel 1564. L’opera non finita fu infatti ritrovata nella sua abitazione romana, ma se ne persero poi le tracce per lunghi anni fino a quando ricomparve presso l’abitazione del marchese Giuseppe Rondinini (questa la denominazione corretta), raffinato collezionista romano. Nei secoli successivi visse un lungo avvicendarsi di passaggi di proprietà, quasi nell’oblio, fino a quando nel 1952 la scultura venne acquistata dal Comune di Milano ed esposta per la prima volta nel 1956 in occasione della riapertura dei Musei del Castello nel secondo dopoguerra.

All’interno dell’antico Ospedale Spagnolo, con i suoi delicati affreschi, l’intensità struggente dell’opera incontra un’architettura ideale, che sembrava attenderla da tempo. In quegli spazi collegati alla sofferenza, realizzati per i soldati della guarnigione spagnola del Castello colpiti dalla peste nella seconda metà del ‘500 proprio pochi anni dopo il momento in cui Michelangelo a Roma lavorava alla Pietà Rondanini, appare come una casualità particolarmente suggestiva la scoperta che, quasi in corrispondenza con la sommità della Pietà, si scorgono, riferite a Cristo, le parole «ascese al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente», espressione di fede, a quel tempo a conforto di soldati malati.


Photo@Roberto Mascaroni

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