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Restaurato il capolavoro dell’arte barocca milanese

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Quattro grandi dipinti ad olio del Seicento, che compongono le pale d’altare del Santuario di San Giuseppe in via Verdi a Milanocapolavoro dell’arte barocca milanese, sono stati restaurati con il sostegno di Intesa Sanpaolo. I dipinti sono realizzati da Giulio Cesare Procaccini (l’Agonia di San Giuseppe), Melchiorre Gherardini, detto “Il Ceranino” (lo Sposalizio della Vergine), Giovanni Stefano Doneda, detto “Il Montalto” (la Predica di San Giovanni Battista) e Andrea Lanzani (la Fuga in Egitto), e fanno parte delle collezioni d’arte della Fondazione Cariplo
L’iniziativa si inserisce in un ampio piano di interventi che hanno interessato a più riprese tutta la chiesa di San Giuseppe dagli anni ‘30 agli anni ‘80 e che hanno consentito il mantenimento accurato del Santuario. 
La campagna di restauro delle pale ha avuto inizio nel settembre 2016. Sono stati dedicati quattro mesi a ciascuna delle tele, affrontando i complessi passaggi richiesti da ognuno degli interventi con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano. Inoltre si è proceduto alla pulitura dei quattro altari, comprese le imponenti cornici lignee.

Il restauro

I dipinti da tempo risultavano offuscati da uno spesso strato superficiale di sporco atmosferico e dalle vernici molto ingiallite e presentavano ritocchi di precedenti restauri ormai alterati. I restauri, realizzati dallo Studio di Restauro Carlotta Beccaria ed eseguiti in laboratorio nel caso delle due pale di minor formato e nel cantiere allestito in chiesa per le due tele più grandi, hanno restituito alle quattro opere piena leggibilità, recuperando di ognuna la cromia originale e ridando visibilità a dettagli delle figure e delle articolate composizioni.
L’intervento sullo Sposalizio della Vergine - dipinto commissionato a Cerano, il più famoso artista a Milano nell’età dell’arcivescovo Federico Borromeo, ma per gran parte eseguito dall’allievo e collaboratore Melchiorre Gherardini - è forse quello che ha riservato maggiori sorprese, con il risarcimento di brani di alta qualità, in particolare il bambino con il cane in primo piano, i vasi sullo sfondo e gli angeli sospesi in cielo. L’occasione consente di osservare durante il restauro in corso l’importante pala di Giulio Cesare Procaccini, opera della piena maturità di uno dei maggiori pittori attivi a Milano nei primi decenni del XVII secolo.
La chiesa di San Giuseppe costituisce un esempio notevole di architettura del XVII secolo, sorta su un precedente Luogo Pio dedicato al Santo. Fu edificata da Francesco Maria Richino (o Richini) e consacrata da Federico Borromeo il 17 marzo 1616. L’interno conserva gli arredi originali, in gran parte progettati dal Richini, fra cui le monumentali strutture lignee che incorniciano i dipinti degli altari, realizzate probabilmente da Ambrogio Ceriani. “La Chiesa con annessa canonica, arredi sacri e diritti inerenti” fu acquisita dalla
Cariplo con atto notarile datato 14 agosto 1878 (rogito notaio Dell’Oro, presente in originale nell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo) dalla Congregazione di Carità. L’acquisizione si inseriva in una fitta serie di patti e convenzioni intrapresi fin dal 1869 per liberare il terreno su cui la Cariplo si accingeva a costruire la sua nuova sede, la Ca’ de Sass, inaugurata nel 1872.
Si tratta di una storia singolare e curiosa, documentata in tre faldoni dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo che contengono atti antichissimi, come alcune pergamene degli ultimi anni del XV secolo che documentano antiche prerogative, provenienze e passaggi di proprietà dei terreni dove sorge il Santuario. Fra i documenti presenti in Archivio, il decreto dell’Arcivescovo di Milano, Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, datato 15 novembre 1931, col quale la chiesa di San Giuseppe viene eretta “in ente autonomo col titolo di Santuario di S. Giuseppe, alla immediata dipendenza dell’Arcivescovo di Milano”.
Giulio Cesare Procaccini sarà uno dei protagonisti della mostra L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri. Napoli, Genova e Milano a confronto (1610-1640) alle Gallerie di Piazza Scala dal 30 novembre 2017 all’8 aprile 2018. L’esposizione eccezionale della sua Ultima Cena, tela di 40 metri quadrati oggetto di un lungo e articolato lavoro di restauro presso il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” (Torino), restituirà al pittore bolognese il peso nella storia dell’arte italiana che gli va definitivamente riconosciuto. La mostra nasce attorno al Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio, il dipinto più importante delle collezioni di Intesa Sanpaolo.

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