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A Novara due incontri sulla biodiversità

Trenta esperti e ricercatori hanno individuato le aree “importanti per la biodiversità” e le loro connessioni ecologiche, dove vivono le specie animali e vegetali della Provincia di Novara, per ridare mobilità alla fauna selvatica attraverso la realizzazione di opere come sottopassi, aree boscate e zone umide. Tutto ciò grazie al progetto Novara in Rete - Studio di fattibilità per la definizione della rete ecologica In Provincia di Novara, reso possibile da un’importante partenariato tra Lipu-BirdLife Italia, capofila del progetto, Provincia di Novara, Regione Piemonte, Arpa Piemonte e Università degli studi di Pavia, sostenuto da Fondazione Cariplo.

Nel marzo 2014 prese il via lo Studio di fattibilità, in una prima fase con il coinvolgimento di oltre 30 esperti e ricercatori che hanno individuato le aree “importanti per la biodiversità” per le specie animali e vegetali della Provincia. Questo studio ha consentito di riconoscere specie e habitat di interesse conservazionistico, nonché la loro distribuzione territoriale. L’analisi è quindi culminata con l’individuazione delle connessioni ecologiche, grazie anche a un intenso lavoro di ricognizione e studio sul campo, integrato dalla modelizzazione digitale messa a punto da Arpa Piemonte. In seguito, grazie a uno studio urbanistico, è stato effettuato un inquadramento amministrativo con lo scopo di analizzare la pianificazione territoriale vigente nelle diverse aree di potenziale connessione ecologica e verificarne la coerenza con gli obiettivi del progetto. Nell’ultima fase è stato redatto in concreto lo studio di fattibilità, con la progettazione degli interventi di connessione, tra cui sottopassi stradali, la rimozione di ostacoli lungo i corsi d’acqua e la creazione di zone umide e fasce boscate a favore della fauna. La progettazione di tali interventi permetterà in futuro di reperire con maggiore facilità le risorse economiche per realizzare concretamente queste opere. Le reti ecologiche sono “autostrade verdi” fondamentali per la conservazione della biodiversità. Permettono alle specie di spostarsi da un’area protetta ad un’altra, per trovare cibo, rifugio, nuovi territori e riprodursi. Se questi collegamenti vengono interrotti dall’avanzata dell’urbanizzazione e dalle infrastrutture, le popolazioni delle diverse specie restano intrappolate all’interno di spazi ristretti indebolendosi e rischiando l’estinzione locale. Altrettanto fondamentale è conoscere e salvaguardare le “aree sorgenti” di biodiversità, ossia le aree di grandi dimensioni ancora ben conservate che consentono la sopravvivenza delle popolazioni vitali di specie animali e vegetali.

Sempre il 17 novembre, nel pomeriggio, i risultati del progetto, verranno illustrati a tutta la cittadinanza in un convegno dal titolo Vive solo chi si muove, che vedrà la partecipazione, oltre che dei ricercatori e dei professionisti che hanno lavorato allo studio di fattibilità, anche dei tecnici di Provincia e Regione che illustreranno come tale studio si armonizzerà con le future politiche locali. Al convegno interverranno anche Alberto Valmaggia, Assessore regionale all'Ambiente, Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Parchi, Giuseppe Cremona, Consigliere provinciale e Paolo Siccardi di Fondazione Cariplo.